Berlusconi lancia Letizia Moratti: «Milano test per il governo» – Rassegna stampa/1

Di Redazione
18 Aprile 2011
Silvio Berlusconi al Teatro Nuovo per la campagna elettorale di Letizia Moratti dichiara: «Milano è un laboratorio di politica e da sempre il voto qui ha un valore nazionale». E sui giudici: «Non possiamo più sopportare e non sopporteremo la situazione. Approveremo la riforma costituzionale per la giustizia in Italia»

Ieri Silvio Berlusconi, capolista del Pdl alle amministrative di Milano, durante la manifestazione che si è svolta al Teatro Nuovo ha ribadito l’importanza delle elezioni comunali del capoluogo lombardo: «Milano è un laboratorio di politica e da sempre il voto qui ha un valore nazionale». E ha lanciato Letizia Moratti, che promette: «Mi candido per completare il lavoro di questi primi cinque anni e completarlo insieme. No ai clandestini, sì a chi si vuole integrare. Vogliamo conciliare l’accoglienza con la legalità».

“Il presidente del Consiglio è in grande forma e sul palco del Teatro Nuovo, gremito dai candidati delle 12 liste che sostengono Letizia Moratti, da ministri, parlamentari e fan avvolti in un tripudio di bandiere, regala oltre un’ora di spettacolo. Con i fuori programma del Berlusconi che trasforma la platea in coro per cantare Nustalgia de Milan; della battuta quando cadono i fogli dal leggio («L’ho fatto apposta per chinarmi a riprenderli e dimostrare che non sono vecchio come dice la sinistra»); del messaggio finale che dà la carica alla massa: «Tornate a casa e andate a conquistare casa per casa, siete missionari della libertà»” (Corriere, p. 2).

Dopo aver rievocato la Milano della sua giovinezza e il suo rapporto con la città, il premier parla dei giudici. “L’esempio «di ciò che sono capaci di fare alcuni pm, della Procura di Milano» è Angelo Rizzoli, «che venne espropriato di tutti i suoi beni per consegnare il Corriere della Sera, che  era un giornale moderato, e tutte le pubblicazioni della Rcs agli amici della sinistra». […] Conclusione: «Non possiamo più sopportare e non sopporteremo la situazione. Con i mezzi della democrazia, approveremo la riforma costituzionale per la giustizia in Italia»” (Corriere, p. 2).

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