Benedetto XVI: «Pregare Maria per ricevere la forza dello Spirito»
All’udienza generale di oggi, il Papa si è soffermato sull’importanza della preghiera a Maria e con Maria: «Venerare la Madre di Gesù nella Chiesa – ha affermato – significa imparare da Lei ad essere comunità che prega». Spesso, invece, «la preghiera è dettata da situazioni di difficoltà, da problemi personali che portano a rivolgersi al Signore per avere luce, conforto e aiuto. Maria invita ad aprire le dimensioni della preghiera, a rivolgersi a Dio non solamente nel bisogno e non solo per se stessi, ma in modo unanime, perseverante, fedele». Questo, ha detto Benedetto XVI, è l’unico modo per ricevere «la Pentecoste, il dono dello spirito che forma la Chiesa. Senza cui la Chiesa non potrebbe essere».
Il Santo Padre ha infatti ricordato che «il cammino iniziale della Chiesa è ritmato anzitutto dall’azione dello Spirito Santo, che trasforma gli Apostoli in testimoni del Risorto sino all’effusione del sangue, e dalla rapida diffusione della Parola di Dio verso Oriente e Occidente».
Ma come si fa ad ottenere la forza dello Spirito che ha animato gli Apostoli togliendo loro la paura di annunciare una verità che scandalizzava il mondo? Il Papa ha fatto riferimento sempre agli «Apostoli riuniti in casa per pregare, ed è proprio nella preghiera che aspettano il dono di Cristo Risorto, lo Spirito Santo». Lo Spirito va dunque invocato in ogni istante. Papa Benedetto XVI, ha spiegato che è proprio «in questo contesto di attesa, tra l’Ascensione e la Pentecoste, che san Luca menziona per l’ultima volta Maria, la Madre di Gesù, e i suoi familiari». Questo perché così come «con Maria inizia la vita terrena di Gesù» è sempre lei ad aver «seguito con discrezione tutto il cammino di suo Figlio durante la sua vita pubblica fino ai piedi della croce». E allo stesso modo anche «ora continua a seguire, con una preghiera silenziosa, il cammino della Chiesa».
Maria fu la prima ad essere in grado di riconoscere il Signore, accettando di seguirlo e abbandonando il timore, ha detto il Santo Padre, «proprio per l’atteggiamento interiore di ascolto, per cui è capace di leggere la propria storia, riconoscendo con umiltà che è il Signore ad agire». Il Papa ha quindi richiamato ad imitare l’atteggiamento di Maria per arrivare alla «preghiera di Lode, al ringraziamento, alla gioia di Maria a Dio nel cantico del Magnificat in cui si capisce che la Vergine è in grado di vedere «non solo a ciò che Dio ha operato in Lei, ma anche a ciò che ha compiuto e compie continuamente nella storia».
Il Pontefice ha ricordato che «il Concilio Vaticano II ha voluto sottolineare in modo particolare questo legame che si manifesta visibilmente nel pregare insieme di Maria e degli Apostoli, nello stesso luogo, in attesa dello Spirito Santo». Qui, infatti, «vediamo gli Apostoli prima del giorno della Pentecoste perseveranti d’un sol cuore nella preghiera con le donne e Maria; e vediamo anche Maria implorare con le sue preghiere il dono dello Spirito». Da questo momento in poi la Chiesa degli Apostoli riuscirà a vivere come Maria: «Il posto privilegiato di Maria è dunque la Chiesa, dove è riconosciuta figura ed eccellentissimo modello per essa nella fede e nella carità».
Benedetto XVI ha quindi concluso: «Cari amici, la vita umana attraversa diverse fasi di passaggio, spesso difficili e impegnative, che richiedono scelte inderogabili, rinunce e sacrifici. La Madre di Gesù è stata posta dal Signore in momenti decisivi della storia della salvezza e ha saputo rispondere sempre con piena disponibilità: tra il venerdì della Passione e la domenica della Risurrezione, a Lei è stato affidato il discepolo prediletto e con lui tutta la comunità dei discepoli. Tra l’Ascensione e la Pentecoste, Ella si trova con e nella Chiesa in preghiera. Madre di Dio e Madre della Chiesa, Maria esercita questa sua maternità sino alla fine della storia. Affidiamo a Lei ogni fase di passaggio della nostra esistenza personale ed ecclesiale, non ultima quella del nostro transito finale. Maria ci insegna la necessità della preghiera e ci indica come solo con un legame costante, intimo, pieno di amore con suo Figlio possiamo uscire dalla “nostra casa” con coraggio, per raggiungere i confini del mondo e annunciare ovunque il Signore Gesù, Salvatore del mondo».
0 commenti
Non ci sono ancora commenti.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!