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L’attentato a Fico e l’imbarazzo a condannare chi spara al “cattivo”

Di Rodolfo Casadei
17 Maggio 2024
Il caso del primo ministro slovacco ricorda l’assassinio di Pim Fortuyn. Anche allora a sparare fu un “buono” sobillato da campagne di stampa che demonizzavano l’avversario politico
Il primo ministro della Slovacchia Robert Fico
Il primo ministro della Slovacchia Robert Fico (foto Ansa)

L’attentato alla vita del tre volte primo ministro slovacco Robert Fico dell’altro ieri fa venire alla mente il più politicamente importante assassinio degli ultimi anni sul continente europeo, quasi coincidente per data: l’omicidio, all’uscita dalla sede di una radio privata a Hilversum in Olanda il 6 maggio 2002, di Pim Fortuyn, leader di un movimento che portava il suo nome e da molti pronosticato come il futuro primo ministro olandese, se non all’indomani delle elezioni politiche allora previste per il 15 maggio molto probabilmente dopo quelle successive.

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Cos’ha in comune col caso di ventidue anni fa quello che è accaduto mercoledì? Due cose: l’orientamento politico degli attentatori, entrambi esponenti di una sedicente sinistra non violenta, e la demonizzazione mediatica del personaggio politico colpito.
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