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Milano, dicembre. In questi pomeriggi di fine anno in cui sempre prima il buio, alle cinque, si stende sulla città, come un drappo, come un sipario scuro, io aspetto con trepidazione un giorno qualunque, un giorno cui pochi fanno caso. Il solstizio d’inverno, l’istante in cui il Sole, dal punto più basso dell’Equatore celeste, dopo un attimo di apparente sosta – solstitium, il sole sta, si ferma – riprende, adagio, a risalire.
E già il giorno dopo impercettibilmente la luce comincia ad allargarsi – di poco, un minuto appena. Ma inizia il cammino verso il solstizio d’estate, a giugno, il trionfo della luce in interminabili luminose serate (sapete quei tramonti con il Sole rosso fuoco che adagio, adagio cala sotto la linea dell’orizzonte, lasciandosi intorno un’aureola rosa).
Che nel culmine dell’inverno, quando buona parte dell’Occidente è nel gelo, la terr...
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