L’appello di papa Francesco per la formazione. Intervista a Pierluigi Bartolomei
L’appello alla formazione dei giovani lanciato dal Pontefice, spiega Pierluigi Bartolomei, preside della Scuola di Formazione Elis e responsabile dell’omonima Organizzazione Non Governativa che promuove programmi di cooperazione allo sviluppo nei 5 continenti, va raccolta non solo nei Paesi con larghe fasce di povertà. Infatti, anche nella nostra Italia si diffonde la povertà spirituale di cui parla spesso il Papa e l’emergenza educativa è avvertita da sempre più famiglie, istituzioni ed operatori sociali. Il 27 giugno prossimo, a Roma Bartolomei ha organizzato un “incontro a tema”, promosso dal’Associazione Romana di Studi e Solidarietà (Arss), dal titolo “Le grandi sfide educative. L’esempio di Papa Francesco: quali insegnamenti per gli opinion leader”.
Bartolomei, perché una Convention sulla formazione “targata” proprio papa Francesco?
L’associazione di professionisti che presiedo, l’Arss-Roma, è costituita da persone che, pur attive nelle più svariate branche del sapere, intendono dedicarsi ad un “volontariato intellettuale” per contribuire alla diffusione di quella “cultura della formazione” della quale il Papa, che per molti anni è stato insegnante, conosce bene e ripropone in tutti gli ambiti della società, con particolare attenzione ai problemi che oggi creano più disagio. La nostra associazione, pur formata per lo più da credenti, propone su base aconfessionale progetti culturali ed educativi ispirati al personalismo ed all’etica sociale professionale, per questo ci ricolleghiamo all’insegnamento del Papa che, come sappiamo bene, su questi ed altri temi s’indirizza e va ben al di là del recinto della Chiesa cattolica. È il tema del dibattito al quale abbiamo invitato opinion leader come la giornalista Monica Mondo, un filosofo come Benedetto Ippolito, che è docente all’Università di Roma Tre, ed un esperto di Dottrina sociale cattolica come Kishore Jayabalan, direttore dell’Acton Institute Roma.
Oltre che docente lei è anche padre di 5 figli e, come tale, fra le “grandi sfide educative” vede anche quella del gender?
Senza dubbio, e nel “catalogo formativo” dell’Arss vi sono appunto diverse proposte educative proprio sulle dinamiche attuali della famiglia e sull’identità sociale e sessuale. Forte del mio passato da attore cinematografico, sono impegnato a sensibilizzare i genitori su questi temi anche con il cabaret. Tengo infatti da anni spettacoli teatrali nei quali, forte anche delle esperienze di educatore con i ragazzi del Centro Elis (Elis vuol dire “Educazione Lavoro Istruzione Sport” e fu inaugurato nel novembre del 1965 da papa Paolo VI alla presenza di san Josemaría Escrivá, fondatore dell’Opus Dei), rappresento pregi, difetti e pericoli che vedo oggi specialmente nel rapporto di coppia e, di conseguenza, nei giovani in soprattutto età scolastica. Per questo in questi anni ho consolidato un serie di rapporti con almeno 130 scuole e con molte delle principali Università italiane, specialmente del meridione d’Italia, che visito ogni anno organizzando un vero e proprio tour di conferenze ed incontri.
Ha scritto nel 2008 I ragazzi di Via Sandri. Maestri di strada e compagni di scuola (Edizioni Ares), un libro che raccoglie 12 storie di vita vissuta di altrettanti ragazzi che nonostante le avversità delle loro condizioni hanno avuto poi un grande e meritato successo. Ce ne parla?
Via Sandro Sandri si snoda in uno dei quartieri meno belli e “periferici” di Roma, che è quello di Casal Bruciato. Niente che varrebbe la pena di venir raccontato se non dalle cronache della illegalità marginale, se non fosse che là c’è qualcosa di davvero speciale, e lo si respira nelle storie di vita vissuta che ho raccontato nel libro. I ragazzi di via Sandri sono i volti e le storie di quell’«isola anomala» che è il Centro Elis, la cui Scuola di Formazione ospita circa cinquecento ragazzi. Penso piacerebbe molto al Santo Padre leggere degli incontri narrati in questo libro: storie davvero memorabili, perché parlano di una grande sfida vinta. Entrano ragazzi, a volte carichi di problemi enormi; poi, in quest’«isola anomala», imparano a essere ordinati, pieni di rispetto per sé stessi, per i muri della loro scuola, per gli strumenti del loro lavoro, per gli insegnanti; fanno gli orefici, gli elettricisti, usano i computer, aggiustano sofisticati treni, orologi impossibili… Escono che sono uomini responsabili, futuri professionisti, bravi padri di famiglia.
Quali gli obiettivi quindi del “piano di lavoro” che si apre con la convention di Roma del 27 giugno?
Con l’Arss-Roma e tutti i docenti, genitori e rappresentanti delle Istituzioni ed associazioni che interverranno, intendiamo stabilire strumenti di intermediazione tra la nostra associazione di “volontariato intellettuale” e tutti i soggetti, scuole, centri culturali, ecc., che vogliano organizzare attività formative, gruppi di lavoro, giornate di studio ed altro per offrire programmi, conferenzieri ed esperti. Facilitare relazioni e contatti tra entità che condividono simili obiettivi od operino in settori complementari. Tutto nell’ottica del rilancio di una che, come ci diranno i nostri esperti nell’apposita tavola rotonda alla quale potranno partecipare anche gli invitati, voglia Investire nella Persona. Insomma l’invito è aperto a tutti coloro che, sull’esempio del Papa, vogliano sostenere iniziative culturali, scientifiche, formative e di solidarietà in Italia e all’estero nell’ambito dello sviluppo sociale, etico ed educativo.
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