Amministrative: lo stato dell’arte a Milano, Napoli, Bologna, Torino

Di Emanuele Boffi
12 Maggio 2011
Mappa per orientarsi nel voto di metà maggio. I favoriti, gli sgarbi, le sorprese. I dubbi che circondano la Moratti, le guerre intestine nella sinistra campana, le spaccature interne a Fli, le gaffe e le sorprese sotto le Due Torri, l'esito scontato della sfida tra Fassino e Coppola

Elezioni amministrative. Il 15 e il 16 maggio si vota per le elezioni comunali in molti capoluoghi, come Milano, Napoli, Torino e Bologna. A essere chiamati al voto anche i cittadini di Rimini, Cesenatico, Ravenna, Cagliari, Trieste, Pordenone, Savona, Siena, Ancona, Latina, Caserta, Benevento, Reggio Calabria, Salerno, Varese, Novara, Arezzo, Grosseto e Rovigo. Non solo per i comuni: al voto si andrà anche per nominare i presidenti e le giunte delle provincie di Lucca, Mantova, Imperia, Vercelli, Treviso, Reggio Calabria, Pavia, Ravenna, Gorizia, Trieste, Macerata e Campobasso.
Le sfide più interessanti sono, naturalmente, quelle che riguardano le grandi città. Ecco un sintentico punto della situazione.

A Milano sono in campo Letizia Moratti (Pdl, Lega e altri), Giuliano Pisapia (Pd, Sel e altri), Manfredi Palmeri (Terzo Polo). La questione è una sola: riuscirà il sindaco uscente Moratti a vincere al primo turno? Qualche dubbio c’è. Secondo i sondaggi, la Moratti gode di consensi che ruotano intorno al 50 per cento, tre punti meno di quelli accreditati al centrodestra. Anche per questo il premier Silvio Berlusconi ha deciso di «metterci la faccia», ponendosi capolista e parlando di «sfida nazionale».
Tre le incognite sul voto: la vicenda Lassini, il peso dei grillini, gli ondeggiamenti del Terzo Polo. Lassini, il candidato che ha fatto affiggere i manifesti sui pm “brigatisti”, è fuori dalla corsa oppure no? Il Giornale ha invitato a votare “Berlusconi e Lassini”, in molti in città pensano che prenderà molte preferenze per aver detto quello che tanti pensano. Lassini è stato, però, silurato dalla Moratti, che teme un effetto boomerang.

Sulla sinistra pesa l’incognita di quanti consensi porterà via il grillino Mattia Calise, accreditato di un 5 per cento. Il Terzo Polo, invece, subisce le polemiche tra i falchi e le colombe finiane. Adolfo Urso ha detto che al ballottaggio bisognerà stare con la Moratti «turandosi il naso», Italo Bocchino ha invece ribadito che sarà lasciata libertà di coscienza perché di appoggiare il sindaco uscente non se ne parla: «E’ più facile che Santoro diventi portavoce di Berlusconi».

Per Napoli corrono Gianni Lettieri (PdL e altri), Mario Morcone (Pd, Sel e altri), Luigi De Magistris (Idv), Raimondo Pasquino (Terzo Polo), Clemente Mastella (Popolari per il Sud). Dopo i disastri di Rosa Russo Iervolino (Pd), la vittoria per il centrodestra è data per scontata. A facilitare il compito al Pdl ci sono le lotte tra Pd e Idv. Si ricorderà come la sinistra sia arrivata all’indicazione del candidato Morcone dopo il pasticcio delle primarie (fatte, annullate, commissariate). Oltre a questo, c’è da registrare il fatto che i militanti di Sel sono assai arrabbiati col partito perché avrebbero preferito appoggiare De Magistris anziché il poco conosciuto Morcone. L’ex pm di Catanzaro gode anche di sondaggi buoni e nel Pd si teme il clamoroso sorpasso in città. Il Terzo Polo non sta meglio, sempre a causa delle divisioni interne di Fli. L’eurodeputato Enzo Rivellini è tornato nel Pdl spaccando il partito a metà perché ha osato dichiarare che era meglio sostenere Lettieri anziché Morcone. Frattura inevitabile con Bocchino, che nel “suo” territorio mai avrebbe permesso che Fli si schierasse con il candidato indicato da Nicola Cosentino (Pdl).

A Bologna a contendersi la poltrona di Palazzo d’Accursio sono Manes Bernardini (Pdl, Lega e altri), Virginio Merola (Pd, Sel, Idv e altri), Stefano Aldrovandi (Terzo Polo), Massimo Bugani (Grillo). Merola è il grande favorito, anche se sta facendo di tutto per perdere. Gaffe su gaffe (da leggenda quella sul Bologna calcio) e una certa aria da “uomo d’apparato” non lo aiutano a far dimenticare le deludenti esperienze di Sergio Cofferati e Flavio Del Bono. Pdl e Lega hanno litigato sul candidato e alla fine l’ha spuntata la Lega, che ha imposto il “maroniano” Bernardini. Non vincerà mai al primo turno, difficile anche che riesca a strappare un ballottaggio. Poche le speranze per il Terzo Polo, il civico e guazzalochiano Aldrovandi, anche se i suoi consensi saranno determinanti per impedire che si vada al secondo turno. A vantaggio del centrodestra e del Terzo Polo, però, possono giocare due carte importanti: il fattore astensione e il candidato dei grillini, accreditato di percentuali in doppia cifra.

A Torino non dovrebbe esserci partita. A meno di incredibili sorprese, Michele Coppola (Pdl, Lega e altri) non dovrebbe farcela contro Piero Fassino (Pd, Sel, Idv e altri). Nulle anche le speranze per il terzopolista Alfredo Musy. Il sindaco uscente Sergio Chiamparino ha lasciato un buon ricordo di sé, Fassino ha la nomea di “big nazionale”, la sinistra è forte in città.

Articoli correlati

0 commenti

Non ci sono ancora commenti.