«Firmo perché condivido le motivazioni contenute nell’appello. Non conosco molto le attività del Centro aiuto alla Vita della clinica Mangiagalli, tuttavia, per quel che ho potuto sapere di questa donna, so che aiuta le future madri a superare maternità difficili, per cui pensano che l’unica soluzione sia l’aborto. E questa mi sembra una cosa importantissima. Un conto è imporsi su qualcuno che non vuole diventare madre, un altro è sostenere una persona a superare le difficoltà. Questo è un diritto che bisognerebbe sostenere con ogni sforzo».
A parlare con tempi.it è Lorenzo Strik Lievers, storico radicale pannelliano che ha firmato l’appello per conferire l’Ambrogino d’Oro a Paola Bonzi. L’esempio di Strik Lievers è stato importante anche per un altro radicale come il consigliere comunale Marco Cappato che ha detto di «non dev’essere necessariamente contrario» all’Ambrogino a Bonzi. «Io non conosco Paola Bonzi – ha spiegato Cappato – e mi informerò per capire ma ho la massima stima per Lorenzo e per la sua opinione. Se questo lavoro di Paola Bonzi è svolto in modo serio e non ideologico io non ho nessun motivo per essere contrario».
CRISI ECONOMICA. Paola Bonzi, direttrice del Cav della clinica Mangiagalli di Milano, l’unico interno a un ospedale, ha speso ventinove anni fra pannolini, pappe, culle e abitini non suoi. Sono quelli che ha regalato a 16 mila bambini nati dalle quasi 18 mila donne che ha incontrato nel piccolo locale della clinica.
Il Centro è oggi in crisi per mancanza di fondi e rischia di chiudere; così, grazie a un appello promosso dal consigliere provinciale Nicolò Mardegan (Pdl), il mondo della società civile e politico si è mosso trasversalmente per partecipare a una serata di gala e per l’assegnazione dell’Ambrogino d’oro a Bonzi. La cena di beneficenza inizierà alle ore 20 di oggi e si terrà nella sede della Provincia, a Palazzo Isimbardi. Parteciperanno Demetrio Albertinie e Valentina Marchei, Antonella Boralevi e Matteo Marzotto. A firmare l’appello per il riconoscimento del Comune saranno invece politici del Pdl come Eugenia Roccella, ma anche Fabio Pizzul del Pd. A mettere il proprio nome anche i consiglieri comunali: fra loro Matteo Forte del Pdl e Andrea Fanzago del Pd. La stessa trasversalità si trova in Regione.
UN CONSENSO MERITATO. Un consenso multipartisan reso possibile da quasi trent’anni in cui Bonzi non ha mai cercato riconoscimenti né cariche istituzionali. È sempre rimasta lì, in quelle quattro stanze nascoste delle clinica, per accogliere le mamme. Per trovargli un lavoro, una casa, per offrigli un’amicizia. Lei, ex maestra di religione, aveva attaccato, in un’intervista a Tempi, il mito dell’autodeterminazione moderna: «Belle teorie. Nessuno uomo è un isola, ognuno di noi è sempre alla ricerca di una relazione con l’altro». Ricordando che non serve dire di avere fede per riconoscere di aver bisogno e per accettare la vita. Un’opera laica la sua, aperta a tutti. Che merita dunque l’onorificenza comunale.