Aids, l’immunologo che criticava il Papa ora è al centro della bufera
Un po’ meno di tre anni fa si era dichiarato «profondamente indignato» per le parole di Benedetto XVI che invitava a non centrare sul condom le strategie per la prevenzione del contagio da Aids, ma c’è da scommettere che da sabato sera l’oggetto della profonda indignazione di molti sia proprio lui: Michel Kazatchkine, famoso immunologo francese, direttore esecutivo del Fondo mondiale per la lotta all’Aids, alla tubercolosi e alla malaria, l’uomo che nel marzo 2009 aveva intimato al Papa di ritrattare le sue parole sui profilattici pronunciate mentre volava verso l’Africa. Secondo un’inchiesta del settimanale Marianne è lui il responsabile numero uno dell’erogazione di fondi per 3,5 milioni di dollari a progetti caldeggiati da Carla Bruni Sarkozy, ambasciatrice di buona volontà dell’Onu per la lotta all’Aids, assegnati senza gara d’appalto a società francesi che hanno un solo merito: essere di proprietà del cantante, dj e testimone di nozze della première dame francese Julien Civange. Costui ha un ufficio tutto suo all’Eliseo perché è anche, fra le tante cose, consulente gratuito della Fondazione Carla Bruni-Sarkozy, che ha per oggetto dei suoi interventi la lotta all’analfabetismo in Francia.
Secondo la ricostruzione del periodico francese, la storia sarebbe venuta alla luce alla riunione del Fondo ad Accra (Ghana) nel novembre scorso, per intervento del diplomatico britannico Simon Bland e di quello americano Jean-David Leavitte che avrebbe fatto presente l’irritazione del segretario di Stato Usa Hillary Clinton. Dopo quel summit è caduta la testa dell’ambasciatore francese presso il Fondo Patrice Debré e sarebbe stata concordata ad altissimi livelli la rimozione dalla direzione di Kazatchkine, rinviata però al maggio 2012 dopo il secondo turno delle presidenziali francesi. Carla Bruni ha smentito che la sua Fondazione per la lotta all’analfabetismo abbia ricevuto soldi del Fondo mondiale contro l’Aids, ma non è di questo che l’accusa l’inchiesta di Marianne: non una sola parola, nella smentita, sui contratti ottenuti dalle società del suo amico Civange. Anche il Fondo mondiale ha smentito che ci siano irregolarità nei contratti del programma “Born HIV free” assegnati alle società di Civange. Uno di essi riguarda il sito internet personale di Carla Bruni, che ha ospitato una pagina del programma. Il comunicato stampa puntualizza che la cifra dei contratti oggetto di polemica non è di 3,5 milioni di dollari, ma di 2,8: «Cioè nettamente meno della cifra avanzata da Marianne» (!).
Tuttavia Frédéric Martel, l’autore dell’inchiesta, afferma che Michel Kazatchkine in persona gli ha dichiarato nel corso di un’intervista che «Carla Bruni personalmente mi ha detto che aveva totale fiducia in Julien Civange, al quale aveva delegato il dossier Aids. Lei ha chiesto di passare attraverso di lui per tutto ciò che riguardava l’Aids; è con costui, dietro richiesta di lei, che ho trattato». Perciò «abbiamo firmato i diversi contratti che Civange mi ha portato per il sito della fondazione Carla Bruni, per delle agenzie di comunicazione fra le quali Mars Browsers (di proprietà di Civange – ndr), o per differenti operazioni, fra cui il progetto “Born Hiv Free”». Lo stesso Kazatchkine ammette di non aver informato il consiglio d’amministrazione del Fondo mondiale di questi flussi finanziari verso Parigi, ma di aver tenuto al corrente il «comitato finanziario» dello stesso. E riconosce che «due gare a cui ha partecipato Julien Civange» non erano effettivamente conformi alle regole del Fondo mondiale.
Kazatchkine è stato uno dei primi immunologi in Francia a occuparsi di Aids, ma non ha alcuna esperienza sul terreno in Africa al di fuori dei summit del Fondo mondiale e di Unaids. Nonostante questo, nel marzo 2009 a proposito delle parole del Papa affermò: «Dire queste cose in un continente come l’Africa dove, sfortunatamente, si trova il 70% delle persone affette dall’Aids, è assolutamente incredibile». Edward Green, antropologo della medicina di Harvard con una lunga esperienza sul terreno nei paesi africani, dichiarò invece in importanti interviste che il Papa aveva sostanzialmente ragione. Secondo Marianne le qualità scientifiche di Kazatchkine non sono mai state in discussione, ma quelle gestionali sì. Al ministero degli Esteri si sottolineava la sua buona conoscenza dei rapporti di forza all’interno delle istituzioni internazionali, ma anche la sua mancanza di rigore finanziario. «Eravamo molto scettici sulle sue capacità di gestione di una grande organizzazione come il Fondo mondiale e si trovavano talvolta strane le sue procedure decisionali», avrebbe commentato un diplomatico specializzato nella cooperazione internazionale. Altri criticano la sua inclinazione «mondana» e la sua troppo grande prossimità con Carla Bruni. «È stato per molto tempo di sinistra, ma per ambizione è diventato un po’ troppo sarkozysta», si lamenta un suo amico.
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