
Disastro Afghanistan. I dati «nascosti» dall’America: ogni giorno 61 attacchi talebani, quasi tremila morti in un anno
Gli occhi del mondo sono puntati sull’Iraq e sulla Siria, dove lo Stato Islamico non dà segni di cedimento. Ma anche in Afghanistan la guerra contro il terrorismo islamico non sembra sortire effetti: nel 2014 gli attacchi dei talebani sono tornati ai livelli del 2011 e la produzione di papavero da oppio, che alimenta il giro d’affari degli estremisti, è più che raddoppiata rispetto agli anni ’90. Lo afferma il quarto rapporto Sigar (ispettorato generale per la ricostruzione dell’Afghanistan), presentato giovedì al Congresso americano. Il rapporto delinea un quadro fosco della situazione nel paese.
ESERCITO INCAPACE. L’accusa più pesante al Pentagono fatta dagli ispettori per la ricostruzione è di aver bruscamente secretato documenti fondamentali per valutare le capacità militari dell’Afghanistan. L’ispettorato generale, nel rapporto, si è detto «profondamente turbato dalla decisione» della coalizione internazionale – in testa il Pentagono – «di classificare la sintesi della relazione che valuta la capacità dell’Ansf». Secondo Foreign Policy, la scelta della segretezza «solleva la possibilità inquietante che gli Stati Uniti stiano cercando di nascondere i significativi e persistenti problemi delle forze afghane che già hanno dimostrato l’incapacità di riempire il vuoto di sicurezza lasciato da parte delle forze americane in partenza».
61 ATTACCHI AL GIORNO. L’esercito afghano è stato attaccato nell’ultimo anno su più fronti, prosegue il rapporto. Ha un alto tasso di abbandoni, di morti e di feriti in combattimento. Fra il 2013 e il 2014, 36 mila soldati afghani sono stati esonerati. Secondo il Sigar, in un anno sono morti più di 2.850 soldati e altri 14 mila sono rimasti feriti. Citando le statistiche delle Nazioni Unite, viene riportato che il numero totale di attacchi dall’inizio dell’anno fino ad agosto è stato pari a 15.968, in media 61 al giorno, il secondo livello più alto dal 2011. Nonostante questi dati, l’amministrazione Obama ha confermato il ritiro graduale delle restanti 24 mila truppe americane, che terminerà nel 2016.
PRODUZIONE DI OPPIO IN CRESCITA. Ad alimentare l’insurrezione dei talebani è soprattutto il traffico di droga, da anni in forte espansione. La coltivazione del papavero è in crescita, rivela il Sigar. Nel 2013, gli ettari di terreno dedicati alla coltivazione del papavero erano circa 209 mila, con un incremento del 36 per cento rispetto al 2012. La dimensione del raccolto è raddoppiata rispetto al 1999. La coltivazione di oppio in Afghanistan dà posto a circa 411 mila lavoratori, superando in dimensione la forza complessiva delle forze di sicurezza afghane. Inoltre genera profitti per circa tre miliardi di dollari.
Mentre cresce la produzione di oppio, il governo afghano si trova ad affrontare gravi carenze di bilancio, secondo il rapporto. Nei primi sette mesi dell’anno, i ricavi dello Stato afghano sono stati inferiori agli obiettivi del governo del 22 per cento, in diminuzione del 3,8 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, conclude l’ispettorato.
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E pensate che negli anni 70, quando l’Italia fu raggiunta dal boom dell’eroina tipo “brown sugar” (era la metà degli anni 70), la droga era di produzione quasi esclusivamente del sud-est asiatico (il cosidetto triangolo d’oro nel nord della Tailandia).
Dire Tailandia era dire eroina.
Afghanistan e Pakistan non erano produttori, o meglio, producevano eccome, ma non esportavano, serviva solo per consumo interno.
Se uno cercava le nostre città eroina afghana 30-40 anni fa, gli ridevano in faccia.
L’Afghanistan e Pakistan producevano ed esportavano solo un tipo di haschish di colore nero.
E adesso l’Aghanistan è la capitale mondiale della produzione di eroina, soppiantando completamente il triangolo d’oro.
Se poi avete idea di quanto siano 209 mila ettari…….è un mondo.
Io ho l’occhio per gli ettari.
4-5 mila ettari copre una montagna: in 3 mila ettari di bosco ti ci perdi.
E lì….209 mila….è una estensione impressionante….piena di papaveri da oppio.
Non so quanto “renda” l’ettaro coltivato ad oppio.
So quanto rende a mais, a grano, ma ad oppio non ne ho la più pallida idea.
Resta, comunque, un’estensione enorme.
E per la trasformazione in eroina sono richiesti reagenti…ammoniaca, anidride acetica, cloroformio….non li possono comperare di certo.
Se li devono fabbricare da loro, dunque vuol dire che hanno industrie chimiche che producono i reagenti indispensabili per l’estrazione, oltre ai laboratori dove l’estrazione e la raffinazione ha luogo.
E’ un autentico sistema industriale, non c’è che dire.