
Abbonatevi a Tempi perché è un giornale che guarda in faccia la realtà

Sono in tanti ad auto-proclamarsi pueri cantores più o meno con la voce bianca, rigorosamente fuori dal coro. Ma nessuno ha avuto una voce diversa come Tempi. Talmente diversa che non piace neanche a quelli che, nel complesso, la cantano e la suonano come quelli di Tempi. Insomma i primi a guardarlo con sospetto sono gli amici, perché non è un giornale di qualcuno. Eh, il giornalismo è una brutta bestia, tutti pensano di inventarlo ogni giorno, specie di questi tempi, con la “t” minuscola, in tutti i sensi, in cui l’informazione ce la facciamo sui social a botte di balle assortite, come si chiamano?, fake news e commentatori da strapazzo, pontificatori senza arte né parte.
Tempi invece è un giornale dove non ho mai trovato una balla. Magari qualche cazzata l’abbiamo scritta anche noi perché non è che ne siamo immuni, però raccontiamo la realtà come altri non ve l’hanno mai raccontata. Qui c’è uno sguardo diverso. Non migliore, non eccelso. Diverso. E, compagni e amici, come dice il mio amico, beh, amico, conoscente, quel vecchio bastardo di Fred Perri, nel calcio e nel giornalismo non si inventa più nulla, al massimo si ricicla. Qui invece non si ricicla, si raccontano storie che altri non raccontano. Perché non fanno notizia, perché non interessano o perché sono scandalose, cioè approfondiscono quello che siamo. E nessuno vuole più approfondire, nessuno vuole guardare in faccia la realtà. Fanno la gara a chi le spara più grosse, perché quello che sono non gli piace.
Per cui abbonatevi a Tempi, sostenetelo. Perché è un giornale libero. Conosco i ragazzi che ci lavorano, gente in gamba. Li conosco tutti. E poi c’è la Cate.
Abbonatevi, belin, basta cazzate.
Scusate, questo era quello zotico di Fred Perri.
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