Dopo Egitto e Tunisia, proteste e scontri arrivano in Libia e Bahrein

Di Redazione
18 Febbraio 2011
Dopo l'Egitto e la Tunisia, anche la Libia di Gheddafi è teatro di scontri in piazza per la Giornata della Collera, dopo una notte di proteste, mentre in Bahrein la polizia ha ucciso quattro persone. Molti i feriti sia nello stato africano che nell’emirato

Prima dell’alba le forze di sicurezza del piccolo emirato del Bahrein hanno assaltato  un accampamento di manifestanti in piazza della Perla, al centro della capitale Manama, con l’intento di sgomberarlo. Gli agenti in assetto anti-sommossa hanno cercato di disperdere la folla, centinaia di persone, lanciando lacrimogeni e sparando sulla folla.



Secondo testimoni oculari, sarebbero almeno quattro i morti e oltre cento i feriti. I contestatori sono scappati, inseguiti dalla polizia, che ha blindato l’accesso a piazza della Perla, teatro del blitz. In tutta la città sono state dispiegate truppe armate, mentre unità speciali hanno eretto posti di blocco per le strade principali.

«E’ un assalto selvaggio e ingiustificato, che avrà ripercussioni catastrofiche sulla stabilità del paese», ha dichiarato lo sceicco Ali Salman, leader dell’Associazione per l’Accordo Nazionale Islamico, principale partito d’ispirazione sciita. «E’ stato terrorismo autentico», ha denunciato Abdul Jalil Khalil, deputato del “Wefaq”, altro partito all’opposizione, che ieri aveva chiesto l’introduzione di un regime monarchico costituzionale. Nel Bahrein gli sciiti costituiscono la maggioranza, ma il potere è in mano alla minoranza sunnita.



La rivolta a forte carattere popolare che ha già rovesciato i regimi al potere in Egitto e Tunisia, è arrivata anche in Libia. Il bilancio degli scontri tra dimostranti e polizia è di almeno 38 feriti e forse due morti. La protesta, contro il leader libico Muammar Gheddafi, si è svolta davanti a un commissariato per chiedere il rilascio di un avvocato che difende i diritti umani ed è stata lanciata dalle famiglie di 14 vittime di una rivolta del 1996 nel carcere di Abu Slim, a Tripoli, e le autorità libiche, per la “Giornata della Collera” che si svolge oggi, hanno annunciato il rilascio di 110 detenuti.

I familiari chiedevano il rilascio del loro avvocato, Fethi Tarbel, arrestato per motivi ignoti e che sarebbe stato poi rilasciato. Ma la folla non si è placata e ha scandito slogan come “Il popolo metterà fine alla corruzione” e “Il sangue dei martiri non è stato versato invano”. La tv di Stato ha riferito che dopo i disordini ci sono state “spontanee” manifestazioni a sostegno di Gheddafi per le strade della stessa Bengasi e di Tripoli, Sirte e Sebha.

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