Dietro le quinte della crisi con Silvano Moffa: «Berlusconi era molto irritato»

Di Chiara Rizzo
13 Ottobre 2011
Dai responsabili assenti alla votazione sul rendiconto generale alla road map presentata da Berlusconi in Parlamento, dai mal di pancia di Scajola alla condizione di Alfonso Papa. Il Capogruppo alla Camera di Popolo e territorio, il cosiddetto “gruppo dei responsabili”, parla a tutto campo a Tempi.it

On. Silvano Moffa (Capogruppo alla Camera di Popolo e territorio, il cosiddetto “gruppo dei responsabili”), martedì sera vi siete visti con il premier e gli altri capigruppo dopo che il governo è andato sotto per un voto. Com’è andata? Cosa ha detto Silvio Berlusconi?
Certo non l’ha presa in maniera benevola, è stato un fatto che l’ha irritato. Anche perché le assenze avevano motivazioni non politiche, ma di ordinaria sciatteria.

Tra gli assentil, il vostro Scilipoti. Dice che era in Tribunale a Messina per questioni preliminari.
Sì, aveva questioni giudiziarie da seguire.

Solo quelle? Perché poi Scilipoti, parlando in terza persona, ha dichiarato che «per Scilipoti stare nella maggioranza non significa che ciò che decidono i vari Verdini e Cicchitto è oro colato». Non è che pure lui soffre di mal di pancia, in questi giorni?
No. Poco fa Scilipoti ha dichiarato che darà la fiducia al governo venerdì.

Vedremo. Ma tra gli altri assenti martedì c’è stato pure Scajola.
(Moffa sorride. Poi sospira)
Appunto. Scajola. Ma è solo arrivato in ritardo.

Colpa del traffico di Roma?
Il traffico di Roma è sempre un fatto significativo. Bisognerebbe rivolgersi ad Alemanno, per capire come risolvere questo problema.

Alemanno è un altro dei mal di pancisti: vi siete rivolti a lui per capire il ritardo di Scajola?

(Moffa scoppia a ridere)
. Scherzi a parte. Sa qual è il problema? C’è solo un’ordinaria sciatteria che è figlia anche della qualità della rappresentanza, cioè figlia della qualità del sistema elettorale. Prima lo rivediamo, meglio è. Tra i parlamentari che ci sono adesso non ci si rende conto a volte dell’importanza di una presenza in aula, che chi ha ricevuto un mandato deve essere presente.

Non sarà mica invece che le assenze sono ben meditate politicamente per fare lo sgambetto al governo?
Vede, per quanto riguarda il gruppo Popolo e territorio escludo che ci siano intenzioni complottiste negli assenti. Il nostro è un gruppo determinante per le sorti del governo, e continueremo ad esserlo. Per quanto riguarda gli altri, Cicchitto esclude che ci fossero complotti. La verifica la faremo domani, la maggioranza dovrà mostrare di esserci.

E secondo lei ci sarà effettivamente?
Io penso di sì, come le altre 51 volte. Questa sarebbe la cinquantaduesima. Berlusconi verrà alla Camera a indicare la road map degli interventi che consentiranno al Paese di uscire dalla crisi ed essere competitivo. E cioè decreto sviluppo, riforma fiscale, riforma della giustizia e riforma istituzionale del bicameralismo e la riforma elettorale. Che a mio avviso va fatta comunque, perché il sistema elettorale ha un vulnus: il popolo oggi non può scegliere chi eleggere al governo. Non condivido questo sistema, queste sono riforme necessarie. Adesso stiamo lavorando al decreto sviluppo e al welfare. C’è la delega all’assistenza a cui lavora Sacconi, cioè una sostanziale riforma che recupera il ruolo centrale della famiglia: noi di Popolo e territorio siamo per l’introduzione di una fiscalità agevolata alle famiglie più numerose. Poi c’è la riforma del mercato del lavoro e dello statuto del lavoro. Lavoriamo anche sul problema della precarietà del lavoro per i giovani.

E che cosa proporrete?

In Commissione lavoro abbiamo svolto un’indagine sulla formazione dei giovani e l’ingresso nel mercato del lavoro, da cui arriveranno indicazioni interessanti. Poi il decreto sviluppo pressuppone già alcune linee d’intervento. In Parlamento discutiamo una legge per la trasformazione della cassa integrazione in possibilità di nuova imprenditorialità giovanile, e nel decreto sviluppo stiamo valutando come sbloccare (con i beni demaniali o attraverso il sistema pensionistico) altre risorse da destinare come misure previdenziali o di sostegno ai contratti precari. Il governo sta lavorando nel raccogliere i contributi di tutti i ministeri, in questi giorni. E noi di Popolo e territorio proponiamo la dismissione dei beni demaniali, che andrebbe fatta proprio a vantaggio degli enti locali e dei comuni. I comuni hanno 390 miliardi di euro: se si sbloccano, con incentivi si potrebbero rilanciare le pmi locali e un sistema di mutui agevolati. Bisogna uscire da un sistema filo bancario e filo finanziario: l’economia ha bisogno degli incentivi a livello sociale.

Le faccio notare che pare esserci almeno un ostacolo sul vostro cammino, alla voce Giulio Tremonti. Come la mettete?
Tremonti partecipa a questa raccolta di proposte.

Lei ha reso pubblica una lettera ricevuta da Alfonso Papa, il deputato Pdl ora in carcere a Poggio Reale. È andato a trovarlo: come lo ha visto?
L’ho trovato in una situazione di prostrazione e di assoluto deperimento fisico e psichico, è ridotto ad un fantasma. Non solo ha perso peso, ma è in uno stato di profonda depressione. È stata respinta dal Tribunale del riesame la richiesta della sua difesa di revocare l’ordinanza di scarcerazione. La motivazione è stata proprio la sua funzione di parlamentare, ma a me questa sembra una forzatura incredibile, dato che l’inchiesta è già chiusa. Il Parlamento ha la responsabilità della carcerazione e delle condizioni di Papa. Mi chiedo: davvero c’erano gli estremi per la custodia cautelare, in un paese dove si abusa di questo strumento? A Poggio Reale ci sono 2.700 detenuti; Papa sta in una cella di 16 metri quadri con altri 4 detenuti, non ci sono attività di recupero, di formazione, di lavoro, e lui in particolare rifiuta l’ora d’aria. Nella lettera fa riferimento a pressioni che sta ricevendo per confessare ai pm (Papa indica in particolare John Woodcock, ndr) cose che lui non sa, su Berlusconi, Lavitola… Una pressione indebita che lo ha spinto a denunciare il caso alla procura di Roma. Dopo aver visto la condizione di un carcere come Poggio Reale capisco che anche per i penitenziari va fatto qualcosa, vivono in condizioni disumane.

Sì ma al Parlamento e al governo ci siete voi, e il ministro Nitto Palma non sembra avere molto in mente l’urgenza del problema: e poi la proposta di amnistia dei radicali, al Senato, è stata respinta.
Fa bene a dire che al Parlamento ci siamo noi. Penso che l’amnistia sarebbe un palliativo e che sarebbe meglio affrontare il problema delle depenalizzazioni, perché si potrebbero cercare altre forme, come le comunità di recupero per i tossicodipendenti o i domiciliari per chi commette reati minori, che garantiscano la pena ma anche il diritto all’umanità della pena. Così come va approfondita la discussione sulla custodia cautelare. Noi ci riserviamo di parlarne con il ministro Nitto Palma, vogliamo giungere ad azioni concrete: la cosa peggiore è rimuovere il problema dalla coscienza. E anche se non la condivido, siamo aperti anche all’amnistia.

Pensa che la vicenda di Papa sia stata strumentalizzata politicamente dal Parlamento?
Sì. La cosa peggiore che è accaduta è stato trasformare il Parlamento in un’aula di Tribunale. Il Parlamento per l’articolo 68 della Costituzione è chiamato a verificare se c’è fumus persecutionis, ma non può ergersi a giudice. Invece la situazione che riguardava la libertà di una persona è stata trasformata in questione politica: io sono perché i processi si facciano, ma non sui giornali e nelle aule del Parlamento. Sia per Papa, che per Milanese, che per Margiotta (Pd) sono sempre stato garantista e sono per la difesa dell’istituzione del parlamentare.

Articoli correlati

0 commenti

Non ci sono ancora commenti.