Berlusconi intervistato da cinque Tg: «Milano non sarà la Stalingrado d’Italia»

Di Redazione
23 Maggio 2011
Il premier Silvio Berlusconi interviene al Tg1, il Tg2, il Tg4, il Tg5, Studio Aperto e parla dai microfoni del Gr1. Dice che il Pdl è ancora il primo partito italiano, che «l'alleanza tra Pdl e Lega è l'unica in grado di esprimere un governo stabile e credibile». Aggiunge: «I milanesi non consegneranno la città agli estremisti, non permetteranno di trasformare Milano in una città islamica. De Magistris a Napoli è una semplice copertura del vecchio sistema di potere e di clientele che ha governato la città. Bersani sulla troppa visibilità del premier: «Non siamo in Bielorussia»

Sei interviste per rilanciare una campagna elettorale in salita: Silvio Berlusconi si presenta sul Tg1, il Tg2, il Tg4, il Tg5, Studio Aperto e parla dai microfoni del Gr1. Accusa Giuliano Pisapia di essere appoggiato da partiti di estrema sinistra che vogliono trasformare Milano in una baraccopoli islamica e permettere agli zingari di costruirsi le case. Taccia Luigi De Magistris di giustizialismo, inesperienza e di non voler costruire i termovalorizzatori. Poi avverte che il capoluogo lombardo non sarà mai la Stalingrado d’Italia. Al contrario: il centrodestra vincerà ovunque, anche se nessuno si aspettava la sconfitta del primo turno. E poi, anche se fosse, una sconfitta non metterebbe certo in pericolo il governo, che è saldo e soprattutto senza alternative.

Questo mentre da parte leghista si preannuncia una “sorpresa”, che potrebbe essere una riduzione delle tasse per chi investe a Milano, come anche il trasferimento in città di qualche ministero. Ma su questi punti bisognerà attendere, magari l’inizio della prossima settimana. Per il momento è il premier che tiene banco, affacciandosi ad ogni finestra mediatica dopo le sei di sera. Annuncia che il vero risultato delle elezioni amministrative è che il Pdl è il primo partito italiano, il che rende «l’alleanza tra Pdl e Lega l’unica in grado di esprimere un governo stabile e credibile».

Invece «a sinistra, come si vede nel capoluogo lombardo, prevalgono solo gli estremisti, che appoggiano Pisapia e in parte non vogliono neanche l’Expo». E «i milanesi sicuramente non consegneranno loro la città, non permetteranno di trasformare Milano in una città islamica, in una zingaropoli piena di campi rom». Quanto a Luigi De Magistris, «è una semplice copertura del vecchio sistema di potere e di clientele che ha governato la città. La sinistra non vuole costruire i termovalorizzatori e non può risolvere i problemi dei rifiuti», mentre il Terzo Polo si è rivelato essere irrilevante.

Reagisce il Pd. Pier Luigi Bersani paragona l’uso dei media da parte del premier a quello di un dittatore postcomunista: «Non siamo in Bielorussia». Il suo partito annuncia per domani una dimostrazione sotto la sede dell’Autorità per le comunicazioni, accusata di eccesso di pigrizia. Risponde anche piccato Francesco Rutelli a nome dei terzopolisti presunti irrilevanti, e definisce quello del premier un nuovo autogol. Di Pietro, toccato nel vivo per la frase su De Magistris, parla di un uomo ormai chiuso in un bunker, lontano dalla realtà.

Lo stesso Gianfranco Fini, che pure non prevede elezioni anticipate, commenta: «Quello che è accaduto a Milano alle amministrative avrà inevitabilmente delle conseguenze perché Berlusconi aveva chiesto il referendum su se stesso e lo ha perso, e non solo perché le preferenze si sono dimezzate».

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