Napolitano agli studenti: «L’Italia non ha dichiarato guerra a nessuno»

Di Redazione
12 Maggio 2011
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha parlato agli studenti universitari a Firenze a tutto campo: «L'intervento in Libia era inevitabile». Il capo dello Stato chiede anche di misurare «gli effetti sociali» dei decreti del federalismo e di rilanciare «Il ruolo del Parlamento e delle donne». Berlusconi risponde: «La sinistra ci boccia le riforme. Non penso al Quirinale»

«Faccio quello che posso e che devo fare secondo la Costituzione» dice il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a Firenze in occasione dell’incontro con gli studenti universitari nel salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio. «Sento la responsabilità e la fiducia degli italiani di tutte le idee politiche e di tutte le condizioni sociali» ha aggiunto il capo dello Stato.

Napolitano ha risposto alle domande degli studenti e ha parlato del «problema di riqualificare i Parlamenti ed i parlamentari nazionali», includendo nel discorso anche altri Stati: «In Inghilterra per piccole cose i parlamentari si sono dovuti dimettere, noi abbiamo una scala di valori un po’ diversa e quel clamore per dei parlamentari che abusano dei loro privilegi ci sembrò un po’ eccessivo». «Io credo – ha concluso – che ci sia la questione di rilanciare il ruolo del Parlamento nazionale».

Sull’impegno italiano in Libia, Napolitano ha precisato che «l’Italia non ha dichiarato guerra a nessuno» e che non potevamo sottrarci all’intervento militare perché «sotto l’egida dell’Onu». Anche le quote rosa nel discorso del capo dello Stato: «A vedere le piccole percentuali di donne elette in Parlamento in Italia cadono le braccia».

Si è parlato anche di riforme: secondo Napolitano «per andare verso un sistema delle autonomie che comprenda anche aspetti di federalismo non ci si può limitare al campo fiscale. Occorre anche una Camera delle Regioni e delle Autonomie per corresponsabilizzare i rappresentanti locali e regionali sui problemi del bilancio pubblico» e che restano comunque da misurare «gli effetti sociali» dei decreti del federalismo.

In merito alle dichiarazioni sulle riforme del presidente della Repubblica, il premier Silvio Berlusconi ha commentato in un’intervista del Gr1 che andrà in onda questa sera alle 19: «Le riforme le abbiamo già votate ma sono state bocciate dalla sinistra» e ha ribadito che adesso «la riforma più importante è quella della giustizia, poi quella del fisco e dell’architettura istituzionale». E a chi prospetta una sua scalata al Colle risponde: «Non penso affatto di andare al Quirinale, penso a governare e a impedire che la sinistra possa ritornare al governo».

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