Berlusconi: «Eroi i magistrati vittime del terrorismo, un cancro i pm di Milano»

Di Redazione
10 Maggio 2011
Il premier Silvio Berlusconi al processo Mills: «I magistrati vittime del terrorismo sono eroi, a loro ci inchiniamo tutti». Poi attacca: «Ci sono tentativi reiterati da parte degli stessi pm [di Milano] di eversione. E questo non è un cancro della democrazia?» Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano chiede responsabilità a chi parla di giudici

«Ci sono tentativi reiterati da parte degli stessi pm di eversione. E questo non è un cancro della democrazia?». A parlare è il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in una pausa dal processo Mills che lo vede imputato per corruzione in atti giudiziari. Ai cronisti che gli ricordavano che oggi è il giorno della memoria per le vittime del terrorismo dedicato ai magistrati uccisi, Berlusconi ha affermato che «noi siamo grati a questi magistrati e ci inchiniamo tutti. Questi magistrati sono figure eroiche».

Il premier ha aggiunto che per 24 volte è stato accertato che le accuse nei suoi confronti «erano infondate e se questo non è un cancro della democrazia siete fuori dal mondo» e ha aggiunto di non essere a conoscenza delle parole del leader della Lega Umberto Bossi che ieri si è schierato con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in difesa dei magistrati. A chi lo accusa di attacchi alla magistratura risponde dicendo di riferirsi esclusivamente ai pm milanesi e di essere «grato ai giudici che hanno respinto le accuse dei pm nei processi a mio carico».

E  proprio questa mattina il capo dello Stato Giorgio Napolitano ha ricordato al Quirinale i magistrati vittime del terrorismo: «La loro lealtà fu essenziale» ha spiegato «e la battaglia della giustizia penale contro il terrorismo fu decisiva». Napolitano si è commosso durante il suo intervento e ha quindi reso onore ai magistrati, chiedendo che di magistratura si parli con responsabilità «nella consapevolezza dell’onore che ad essa deve esser reso».

Ha aggiunto che l’Italia ha «dimostrato di essere una democrazia capace di difendersi senza perdersi, capace di reagire ad attacchi e minacce gravi senza snaturarsi» e che ne «è uscita rafforzata nella sua coscienza nazionale, nelle sue istituzioni repubblicane e quindi nelle sue risorse morali, indispensabili per far fronte con successo alle nuove prove che ci attendono».

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