Ocse: l’Italia investe sulla famiglia solo l’1,4% del Pil – Rassegna stampa/1

Di Redazione
28 Aprile 2011
La media Ocse è del 2,2% del Prodotto interno lordo. La Gran Bretagna investe il 3,5%, la Francia il 3,8%, in Italia si parla ma non si agisce. Secondo il rapporto «le donne trovano difficoltà nel combinare la maternità e lavoro retribuito», «devono scegliere tra lavorare e avere figli», e a forza di ritardare le nascite «aumenta la possibilità di non aver figli del tutto»

“L’Italia delle mamme sta lentamente diventando il paese della scelta impossibile: quella tra i figli e il lavoro (…). E’ questa l’istantanea rilasciata ieri dall’Ocse nel suo primo rapporto sulle politiche familiari europee. (…) Investiamo troppo poco sulla famiglia, lasciamo al loro destino le donne che intraprendono con coraggio un percorso di maternità senza voler abbandonare le proprie prospettive di carriera e, di questo passo, corriamo anche il rischio, tra una decina d’anni, di vedere gli attuali 20-30enni nell’impossibilità concreta di generare figli” (Avvenire, p. 3).

L’Italia spende l’1,4% del Prodotto interno lordo per il sostegno alle famiglie con bambini. Quasi un punto in meno rispetto alla media dei paesi Ocse, che si attesta al 2,2% del Pil. “Ma l’Italia rimane nella parte bassa della classifica anche se si resta nell’ambito della sola Europa: basta prendere in considerazione i casi della Gran Bretagna (dove per la famiglia si spende il 3,5% del Pil) e della Francia (il 3,8%)” (Avvenire, p. 3).

Il rapporto parla chiaro: «Le donne trovano difficoltà nel combinare la maternità e lavoro retribuito» e spesso «devono scegliere tra lavorare e avere figli». In più, “«visto che [le nuove generazioni] vorrebbero prima acquisire una posizione solida nel mondo del lavoro, le generazioni più giovani posticipano la nascita dei bambini, cosa che aumenta la possibilità di non aver figli del tutto». Ne risente in tal modo il tasso di fertilità, in calo, mentre aumenta il numero di donne sole” (Avvenire, p. 3).

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