
Camera solleva conflitto di attribuzione sul Rubygate
Con 314 sì e 302 no la Camera ha approvato la sollevazione davanti alla Corte costituzionale del conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato. La richiesta passata con 12 voti di scarto è stata avanzata dal Pdl. I giudici decideranno se trasferire da Milano al Tribunale dei ministri il processo sul caso Ruby, in cui Silvio Berlusconi è imputato per concussione e prostituzione minorile e che comincia domani 6 aprile. Il motivo è che la concussione sarebbe un reato di natura ministeriale.
In aula erano presenti tutti i ministri tranne il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il ministro degli Interni Roberto Maroni. Dario Franceschini, capogruppo del Pd, ha commentato la votazione dichiarando: «Mi pare che questa sia un’altra pagina davvero vergognosa. I 330 voti Berlusconi se li è sognati di notte. Sono arrivati a 314: i 330 sono un miraggio del premier che si allontana».
Pier Luigi Bersani ha criticato con durezza il voto: «Quella maggioranza sta di fatto decidendo che Ruby è la nipote di Mubarak» ha detto il segretario del Pd, intervenendo alla manifestazione per la democrazia organizzata dal partito. Così, ha proseguito, «ci mette davanti al mondo in una condizione di umiliazione, di diminuzione e di vergogna perché solo i disonesti non arrossiscono di fronte a delle cose così». Alle parole di Bersani, la piazza ha applaudito e ha cominciato a urlare «vergogna, vergogna». «Il Parlamento» ha concluso Bersani, «ormai è una specie di collegio allargato degli avvocati di Berlusconi».
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