
Armeni (Liberazione): «Sì alla riforma della giustizia, ma solo se Berlusconi se ne va» – Rassegna stampa/3
Ritanna Armeni, editorialista di Liberazione, ha selezionato per Tempi le notizie più importanti della giornata: «L’Europa deve capire come gestire la nuova situazione che si profila nel Mediterraneo. Il governo sta intervenendo male, basta guardare Manduria. Molti punti della riforma della giustizia sono condivisibili, altri da discutere, la gente vuole il processo breve ma finché c’è Berlusconi io non voterei queste cose. Sono contraria a ogni tipo di guerra, sono di sinistra, e ora in Libia bisogna trattare, fermare gli scontri e capire chi siano i ribelli».
Oggi Silvio Berlusconi e Roberto Maroni vanno a Tunisi per cercare un accordo con il governo africano per bloccare la partenza di barconi carichi di immigrati.
Io non penso che si possano più fermare i tunisini all’origine perché loro non vogliono restare in Tunisia e il governo ha tutto l’interesse che partano. E poi noi non sappiamo cosa sta succedendo là adesso. Il ministro dell’Interno aveva previsto questa emergenza e sta facendo troppa fatica a risolverla, oltretutto in ritardo. Adesso si pone un problema epocale che tutta l’Unione Europea deve affrontare: come ci rapportiamo a questi popoli che hanno cacciato i loro dittatori? Sono ragazzi giovani, laureati e senza prospettive. Il Mediterraneo è diverso rispetto a tre mesi fa, bisogna pensare a come accogliere queste persone e ci deve pensare tutta l’Europa. Mi sembra che il governo si stia muovendo male, basta vedere a Manduria, dove scappano in centinaia. Temo, al ritorno di Berlusconi e Maroni, grandi proclami e niente fatti.
Domani Articolo 21, Libertà e Giustizia e Popolo Viola scenderanno in piazza per la “Giornata della democrazia”. Crede che la riforma della giustizia proposta dal ministro Angelino Alfano sia da bocciare?
La riforma ha molti punti condivisibili e altri discutibili. La maggioranza della popolazione vuole processi più brevi ma io non la voterei in Parlamento fino a che c’è anche un minimo dubbio che possa favorire Silvio Berlusconi. Sia sulla divisione delle carriere che sul processo breve sono prontissima a discutere, ma non finché c’è questo premier. La situazione è drammatica: il presidente del Consiglio vuole la riforma per sfuggire ai processi e l’opposizione vuole i processi per cacciare Berlusconi. Non si può continuare così.
La guerra in Libia va avanti, ora si combatte a Misurata e Brega e si levano sempre più voci contro le vittime causate dai bombardamenti alleati.
Io sono di sinistra e sono contraria a tutte le guerre. Muammar Gheddafi è un dittatore e opera dei massacri ma adesso per arginarli bisogna avviare delle trattative. E poi bisogna anche capire chi siano gli oppositori di Gheddafi perché per ora non è che sia molto chiaro.
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