
La scelta di Elisabeth, la mamma che ha rifiutato le cure anti-tumore per far nascere la piccola Lily

Aveva scelto di non sottoporsi alla chemioterapia per tutelare la bambina che portava in grembo ed è morta il 9 marzo, a 36 anni, una settimana dopo il parto. «Per lei avere un figlio era la cosa più importante del mondo». A parlare al New York Post è Max Joice, marito di Elisabeth, una donna che ha coronato il suo sogno, un passo alla volta, con pazienza e determinazione. Non c’è obiettivo che Elisabeth abbia raggiunto senza fatica. Fino a quello principale di avere una famiglia. Eppure, quando è rimasta incinta e le è stato diagnosticato un tumore ha rinunciato a tutto per salvare la figlia Lily.
L’ANELLO DI CARTA STAGNOLA. Max ha voluto raccontare la storia di sua moglie al quotidiano newyorchese per onorarne il ricordo. Nata in New Jersey, Elisabeth rimase presto orfana di entrambi i genitori. Dopo gli studi ottenne un impiego presso la società di real estate Tishman Speyer per cui lavorò dieci anni. Nel 2008 conobbe Max e, nel settembre del 2010, all’età di 32 anni, scoprì di avere un tumore.
In un’intervista rilasciata all’inizio del 2013 la ragazza raccontò che, alla notizia della malattia, aveva preso a pugni il muro di casa, urlando tutta la sua disperazione: «Vado a prelevare tutti i miei soldi e poi comincerò a divertirmi». Fu allora che Max corse in cucina iniziando a rovistare nei cassetti. Elisabeth raccontò di aver pensato che quello fosse «il momento peggiore per andare a prendere del cibo e mangiare». Ma Max tornò un minuto dopo, si inginocchiò e le porse un anello fatto di carta stagnola. Fu così che le propose di sposarlo: «Non hai la possibilità di non combattere». Il mese successivo fu celebrato il matrimonio e, subito dopo, la ragazza fu sottoposta a una lunga chemioterapia che la portò alla guarigione.
L’UNICA NOTTE IN FAMIGLIA. I medici avevano comunicato a Elisabeth l’impossibilità per lei di avere figli. Nel giugno 2013 si trasferì con il marito a Roosvelt Island, con l’esplicito intento di vivere in un luogo più adatto a far crescere dei figli, desiderio cui non aveva ancora rinunciato. Fu pochi giorni dopo il trasloco che scoprì di essere incinta.
Solo un mese dopo, Elisabeth scoprì che il cancro era ricomparso. I medici le proposero la chemioterapia con il rischio di perdere la bambina, ma lei non accettò: la figlia sarebbe nata a costo della sua vita.
Così fu. Lily nacque con parto cesareo a gennaio. La donna tornò a casa cinque giorni dopo la nascita e «quella fu l’unica notte in famiglia». Elisabeth aveva coronato il suo sogno, ma dovette ritornare subito in ospedale: «Per le sei settimane successive lottò», ha raccontato la cognata, Judith Joice. «Ha combattuto così tanto, più di quanto i medici avessero mai visto qualcuno lottare».
Il 9 marzo Elisabeth è morta. «Liz aveva dato tutto quello che poteva. Era intollerante con chi la commiserava. La sua positività fu tale che ti faceva desiderare di dare il meglio di te», ha detto Max. È così che «la sua bellezza ora si riflette nella piccola Lily, che ora mi dà la forza di continuare».
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Santa Gianna Brenta Molla, Serva di Dio Mariacristina Cella Mocellin, Chiara Corbella… Tante Mamme che danno una risposta positiva alla negatività di questa società autidistruttiva. Poche settimane fa ho intervistato a Trieste una Mamma con una storia simile. Incredibile la Fede e la forza che trasmette.
Ha rinunciato alla sua vita pur di dare alla luce una nuova creatura…
dovrebbero essere le notizie di apertura dei nostri telegiornali