
A Bologna Pdl nel pantano. E la Lega gode con Manes Bernardini
Chi correrà nel centrodestra come candidato sindaco a Bologna? Tutto è fermo e la situazione inizia a farsi spinosa. È il Pdl il partito nel pantano e, forse, solo domani, dopo una serie interminabile di rinvii, si saprà se il Pdl punterà su un proprio uomo o se sceglierà di sostenere Manes Bernardini, candidato ufficiale della Lega Nord.
Il coordinatore dei berlusconiani a Bologna, Fabio Garagnani, si è così espresso l’altroieri: «Se la scelta cadrà su Manes Bernardini? Ci sono forti probabilità, ma non ne sono sicuro. Noi rivendichiamo fino alla fine un candidato del Pdl». Intanto ha convocato per venerdì una nuova riunione del coordinamento cittadino del partito. Si aspetta una parola da Roma, insomma. Ed è anche questo un segno che certamente non depone a favore di una classe dirigente che, da che è caduto l’ex sindaco Flavio Del Bono, di certo non ha brillato per senso di strategia politica.
In questa impasse si è infilata abilmente la Lega Nord che ha puntato tutto su Manes Bernardini, politico locale legato a Roberto Maroni che è riuscito a trovare il tempo per farsi vedere in città per lanciarne la candidatura. Fosse lui il prescelto, si ragiona negli ambienti locali del centrodestra, si rischierebbe non solo una figuraccia davanti ai propri elettori (non essere stati capaci di costruire una candidatura credibile in un anno e mezzo è un peccato politico grave), ma anche una pesante ripercussione in termini di percentuali nei seggi.
Perché è vero che il “fenomeno Lega” è ormai sbarcato in Emilia-Romagna, ma è anche vero che a Bologna città il Carroccio non ha mai raccolto grandi numeri. Invece, con un candidato sindaco a fare da traino, le proporzioni cambierebbero e, dicono nel Pdl, «i voti la Lega li fregherebbe a noi, mica alla sinistra».
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