
Il volto “bocconiano” di Nichi Vendola
Non c’è niente di eccessivamente scandaloso nel fatto che il presidente della Regione Puglia abbia chiesto al suo assessore alla sanità (e senatore Pd, per il quale la procura di Bari ha appena richiesto l’autorizzazione all’arresto) di cambiare una legge per piazzare in una direzione un suo pupillo.
Però bisogna avere anche un po’ di stile quando si pretende di autorappresentarsi come cavalieri più bianchi dell’Omino Bianco. Ti chiami Nichi Vendola, sei un politico come tutti gli altri, hai i tuoi bravi protetti, il tuo bel sistema di potere e te ne esci ancora con dichiarazioni tipo «Il centrosinistra non aveva la conoscenza del sistema sanitario in Puglia» e «la prima volta che mi è capitato un colloquio in cui è stato usato un lessico che io considero insultante per la mia moralità, ho avuto una crisi di pianto»? Suvvia. A chi la vuoi dare a bere.
Caro Nichi, senti ammé, la tua stimata animula nera che ti cura l’immagine meglio di quanto te la rimiri tu allo specchietto per le allodole che spacci in giro. Ascolta, Nichi, ti si conosce per le belle visioni bucoliche della politica. Ti sei molto piaciuto quando raccontavi che «Le primarie sono come il bambino che si porta all’orecchio la conchiglia per ascoltare il rumore del mare: sono il rumore della vita».
E sì, eri davvero molto carino quando con il tuo orecchino che fa tanto Moschino cheap and chic, ti presentavi al pueblo come berluschino di sinistra e ti immaginavi el pueblo in ginocchio da te. Peccato che in questa tua uscita molto popolare al nord, invitato dalla privatissima e capitalistissima università della Bocconi, non hai raccontato niente dei tuoi grandi ideali romantici. Per esempio, niente hai conferenziato sull’acqua che non privatizzeresti mai e ti daresti fuoco piuttosto che far gestire a un privato l’acquedotto pugliese (“la struttura idrica più grande d’Europa che ha il record delle perdite, pari al 50,3% dell’acqua immessa in rete” Sergio Rizzo, Corriere della Sera, 13.10.2009).
Per esempio, non hai ridetto ai bocconiani che tu non faresti mai la “macelleria messicana” che fa il bocconiano Giulio Tremonti. No, tu vai dai bocconiani e offri loro soltanto l’ostia consacrata di Repubblica, il dubbio che la Lombardia sia un Guatemala in sedicesimi, con mafie e ‘ndrine che la fanno da padrona fin su in cima al Pirellone.
Ma baluba di un Nichi, megafoni la propaganda del buon avvocato e candidato di Carlo De Benedetti a sindaco di Milano, e non ti viene nemmeno il rossore di ricordare che Repubblica è in campagna elettorale come te e che certe lezioni di civiltà non le può proprio dare uno che come te è in capo a una regione che produce solo buchi di spesa?!
Dulcis in fundo, gentile e malinconico Nichi, inquisisci pure Porta a Porta, che a tuo democratico pensierino, tra tutti i talk-show Rai, sarebbe quello «ignobile» e che «uccide il confronto». Ma, dai, potevi almeno intonare il “Bella ciao” di Santoro per spiegare che in Rai è pieno di giornalisti torturati da Minzolini e che a Roma, come hai detto quella volta che i tuoi amichetti hanno messo a ferro e fuoco la città, «governa Pinochet».
Ma insomma, va bene che alla Bocconi l’intelligenza se ne va tutta in proget manajement, ma come si fa a organizzare un raduno beduino così? Di Saviano ce n’è uno, tutti gli altri, come ha mandato a dire Bruno Vespa ad Al-Nichi-Vendolah, sono signorini un po’ nessuno (e «spaventoso» per «livello di intolleranza da parte di chi si candida alla leadership del paese»).
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