Istat: sale inflazione nel 2011, nel 2010 meno pressione fiscale e cresce il Pil

Di Redazione
01 Marzo 2011
Secondo l'Istat nel 2011 l'inflazione raggiungerà il 2,2%, mentre le prime previsioni parlavano di 1,6%. Cresce invece il Pil nel 2010 dell'1,3% (ci si aspettava l'1,2%), diminuiscono il deficit, che passa dal 5,4% del 2009 al 4,6% del 2010, e la pressione fiscale cala dello 0,5%

Anche in Italia l’inflazione salirà più del previsto nel 2011: secondo le stime riviste al rialzo dalla Commissione europea in seguito ai rincari dei costi delle materie prime e dell’energia, il tasso in Italia è previsto al 2,2%. Nel 2010, si ricorda nelle previsioni “intermedie” messe a punto da Bruxelles, il dato italiano era dell’1,6%.



Sale a febbraio l’inflazione: secondo le stime preliminari dell’Istat, l’indice nazionale dei prezzi al consumo registra un aumento dello 0,3% su base mensile e del 2,4% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente (era +2,1% a gennaio 2011). A livello tendenziale si tratta del massimo dal novembre 2008. L’inflazione acquisita per il 2011 è pari all’1,5%.



L’accelerazione dell’inflazione registrata a febbraio, spiega l’Istat, risente in primo luogo delle tensioni sui prezzi dei servizi, e in particolare di quelli relativi ai Trasporti. Un effetto di sostegno alla dinamica dell’indice generale deriva anche dall’andamento dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati e dei Beni alimentari. In calo risultano i prezzi dell’Istruzione (-0,1%) e delle comunicazioni (-0,6%).

Non sono negative invece le notizie sul fronte del Pil, in crescita dell’1,3% nel 2010, superiore al target del governo (+1,2%). Lo certifica l’Istat. Il deficit in rapporto al Pil è del 4,6% rispetto al 5,4% del 2009. Il debito pubblico è pari al 119% del Pil. Cala anche la pressione del fisco: dal 43,1% del 2009 al 42,6% del 2010.

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