
Farina (Pdl): «Yara, imitiamo la sobrietà e la pietà dei genitori» – Rassegna stampa/2
Renato Farina (Pdl) ha selezionato per Tempi le notizie più interessanti della giornata: «Non cadiamo nella trappola mediatica favorendo la fiera delle inchieste sulla morte di Yara: seguiamo l’esempio dei genitori e non l’orrore per l’assassino. L’esilio di Gheddafi risparmierebbe molte vite. Non si possono usare i processi di Berlusconi come scusa per non riformare la giustizia».
E’ stato ritrovato il corpo di Yara Gambirasio, la ragazzina di 13 anni scomparsa il 26 novembre scorso.
Non è solo una notizia di cronaca, è qualcosa che si è inserito nel cuore delle persone. Io lancio subito un allarme: evitiamo la fiera delle inchieste, il tentativo di penetrare nell’intimo della famiglia. Ci sia rispetto sia da parte della comunicazione che da parte di chi ne fruisce, cioè tutti noi. Davanti agli occhi abbiamo, oltre all’orrore per un assassino, anche l’esempio di una ragazza e di una famiglia da seguire. Imitiamo la sobrietà e il modo carico di pietà e sofferenza con cui i genitori e la famiglia di Yara stanno affrontando la morte della ragazzina.
In Libia Muammar Gheddafi ha dichiarato che «non me ne vado dal mio paese». Gli Usa sembrano avere però aperto alla soluzione dell’esilio.
La parola “esilio” mi sembra interessante. In questo modo si farebbe quello che non si è fatto per Saddam in Iraq, non per garantire a Gheddafi l’impunità ma per evitare stragi e per non pagare un prezzo di sangue e ferite che la giustizia dei tribunali, la giustizia dei vincitori, e la sua eventuale impiccagione non potrebbero sanare. Il compito dell’Italia, che si sta muovendo da vera potenza regionale, è di occuparsi del cammino verso la democrazia del popolo libico, che non significa solo voto o assenza di dittatori, ma che vuol dire rispetto dei diritti umani, che non vengono rispettati se comanda l’anarchia o il fondamentalismo, che non sono certo meglio di Gheddafi. Il governo italiano, e lo dico non perché sono deputato, si sta muovendo molto bene soprattutto perché mira al dialogo con tutti, è inclusivo, e chiede all’interno dei trattati di amicizia il rispetto dei diritti umani.
Ieri Silvio Berlusconi ha dichiarato: «Siccome c’è sempre un processo che interessa Berlusconi la sinistra dice: “non si fanno le leggi che interessano il presidente del Consiglio» e così non si fa mai la riforma della giustizia.
Le vicende processuali del premier non possono essere un freno per porre sul tavolo l’annosa questione della giustizia. Una parte della magistratura vuole chiaramente impedire che la riforma venga fatta e sfruttando la sensibilità di molte persone all’interno del Parlamento, ogni volta che se ne parla fa scattare inchieste a cascata su Berlusconi e questo diventa il pretesto per non cambiare mai nulla perché tutto andrebbe a vantaggio del premier.
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