
125 anni e ancora voglia di fare marachelle. Il Celtic è sempre leggendario
Le lacrime di un attempato Rod Stewart racchiudono tutta l’essenza della serata magica vissuta ieri al Celtic Park. C’è da credere che oggi per la rockstar britannica non ci sia donna migliore di quella che in abito da gala biancoverde si è regalata una delle partite più emozionanti della sua centenaria storia. 125 anni si legge nella mega coreografia allestita sugli spalti, 2-1 il risultato sul tabellone finale: non si può immaginare compleanno più festoso se non battere tra le mura amiche la regina del calcio europeo, il Barcellona dei fenomeni Messi, Xavi, Villa.
CHE NUMERI FORSTER. E non ci poteva essere serata migliore di una partita dove, è fuor di dubbio, l’imprevedibilità del dio pallone ha voluto giocare un ruolo da prima voce, e rendere quei 90 minuti un mix di sofferenza, sudore e gioia. Quell’84 che compare nella percentuale del possesso palla di marca blaugrana non necessita di commenti, così come le immagini di quell’assedio costante dei catalani alla porta di Fraser Forster. Due settimane fa il portierone inglese era stato super nella gara d’andata, ma sul più bello aveva dovuto arrendersi: il gol di Jordi Alba sembrava uno scherzo del destino, un boccone troppo amaro da mandare giù al 94’, quando era sul punto di materializzarsi un bel pareggio al Camp Nou. Ieri invece la storia è stata diversa: di entrare alle spalle di Forster, la palla proprio non ne voleva sapere, e al gigante inglese è stato finalmente concesso il ruolo del protagonista, dopo tanto sgobbare in piccoli club della provincia inglese.
L’UOMO PARTITA NON HA NEPPURE 19 ANNI. E c’è un altro aspetto che rende ancora più leggendaria la serata di ieri: è la storia del giovane Tony Watt, giovane scozzese classe 1993, entrato al 72’ e in gol appena dopo. La scena della sua rete è da film: Forster recupera palla e rilancia subito in profondità, Xavi buca l’intervento e manda in porta il 19enne, che dimostra la cattiveria di un bomber navigato nel fulminare con precisione Valdes, alla prima palla buona capitatagli tra i piedi. E pensare che il ragazzo solo qualche anno fa giocava nel parco della sua città, Airdrie, nel cuore della Scozia. Finì nel club locale per puro caso, rispondendo ad una leva calcistica promossa dalle pagine di un giornale. Il club non aveva soldi, e andava così a caccia di talenti: Watt nel giro di poche settimane si ritrovò a giocare in prima squadra, dopo qualche apparizione negli youth team. Poi nel 2011, eccolo finire al Celtic, spinto dal suo tecnico Jimmy Boyle, lungimirante nell’accorgersi del talento del ragazzo e bravo nel lasciarlo partire per pochi soldi. A Glasgow è già diventato un idolo: all’esordio in campionato contro il Motherwell segnò subito un gol, prestazione replicata ieri, al debutto in Champions.
«GIOCATORI SONO EROI». «Come allenatore, non so se rivivrò mai qualcosa di simile. Spero di sì, sono ancora giovane e devo ancora imparare, ma fin qui è il massimo sono riuscito ad ottenere non solo nella mia carriera sportiva, ma anche nella mia vita». Queste le parole del tecnico Lennon. «È uno dei più grandi risultati della storia recente del club. I giocatori per me sono eroi, e non trovo parole sufficienti per descrivere la loro prestazione». Due giorni fa si ricordava a Glasgow quanto accadeva il 6 novembre nella chiesa di Santa Maria a East Rose Street, quando Padre Walfrid dava vita a questa squadra con lo scopo di raccogliere soldi per un’opera di carità. In questo secolo abbondante di storia il Celtic è diventata la faccia della Glasgow cattolica, in una fusione straordinaria tra sport e società, calcio e identità popolare.
125 E NON SENTIRLI. Per festeggiare questi 125 anni di vita non ci potevano essere eroi più semplici e quotidiani di quelli in campo ieri. A scorrere la formazione non balzano all’occhio nomi blasonati: c’erano tanti assenti, è vero, ma va detto che il parco giocatori del Celtic perde ogni anno di prestigio facendo calare il valore della squadra, quest’anno per altro priva della storica rivalità che ne ha dettato la storia, l’Old Firm coi Rangers. Fattori che rendono ancora più leggendaria la vittoria di ieri degli Hoops. Almeno quanto la sua lunga storia.
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