Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994
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Direttore responsabile
Emanuele Boffi
L’operazione culturale e religiosa della Chiesa anglicana può sicuramente non piacere ed è molto lontana dall’essere efficace o attraente. Ma bandire un filmato di 60 secondi, nel quale tante persone diverse recitano semplicemente il Padre nostro, è francamente incomprensibile.
Il video realizzato dalla Chiesa anglicana per sponsorizzare un nuovo sito, il cui obiettivo è incoraggiare la gente a pregare, è stato definito «offensivo» dalle tre più grandi catene di cinema inglesi: Odeon, Cineworld e Vue. Poiché le tre catene rappresentano l’80 per cento dei cinema inglesi, difficilmente qualcuno vedrà questo filmato.
Lo slogan del video è “La preghiera è per tutti”, condito dall’hashtag #justpray: difficile trovarvi qualcosa di offensivo. Ma secondo l’agenzia (Dcm) che gestisce la pubblicità delle tre catene cinematografiche, e che manda in video qualunque tipo di messaggio, purché pagante, lo slogan anglicano potrebbe «offendere, intenzionalmente o meno, le persone di diverse fedi o gli atei mentre Dcm tratta tutte le credenze politiche e religiose in modo uguale».
Per trattare tutti i fedeli in modo uguale bisogna allora eliminare dalla scena pubblica tutte le espressioni della loro fede? Il ragionamento fa acqua, soprattutto se si considera che quella anglicana è ancora la Chiesa di Stato in Inghilterra e che la Regina Elisabetta II ne è a capo. «Siamo sbigottiti e delusi. [Che il video possa offendere qualcuno] è una sciocchezza», ha commentato la Chiesa anglicana.
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