«Roberto Formigoni da oggi sa di essere formalmente indagato dalla Procura di Milano, con un’accusa assurda: siamo addirittura al complotto internazionale. Ora, dopo aver visto riconosciuto il suo ottimo lavoro per ben quattro volte dagli elettori e, negli ultimi giorni dalla Corte dei Conti, il presidente avrà il modo di chiudere, dimostrando la sua assoluta estraneità, la violenta campagna mediatica di cui da troppo tempo è vittima». Così il vicepresidente della Camera Maurizio Lupi parla dell’avviso di garanzia arrivato oggi al governatore della Lombardia Formigoni, a cui gli inquirenti milanesi contestano il reato di corruzione, con l’aggravante dei reati transnazionali, in concorso con Pierangelo Daccò e Antonio Simone, entrambi in carcerazione preventiva nell’inchiesta sulla sanità lombarda.
Continua Lupi: «Dispiace solo perché pensavamo fosse finalmente giunto il momento di chiudere la stagione in cui gli avvisi di garanzia venivano recapitati a mezzo stampa e i processi celebrati prima sulle pagine dei giornali che nelle aule dei tribunali. Evidentemente ci sbagliavamo. Va da sé che Formigoni, così come Vendola, per cui ieri è stato chiesto il rinvio a giudizio, non deve assolutamente dimettersi. Al contrario deve continuare a lavorare fino alla fine della legislatura per far sì che il sistema Lombardia continui ad essere, come riconoscono tutti, uno dei migliori in Italia».