Cinquecento veglianti a Genova, 300 a Perugia e Torino, 120 a Varese, 70 a Como, 30 a Biella e 200 a Casalmaggiore. Sono 1600 le Sentinelle in Piedi che anche lo scorso week end hanno vegliato in 7 piazze italiane per chiedere la tutela della libertà di espressione messa discussione dal Ddl Scalfarotto, già approvato dalla Camera e ora in discussione al Senato.
Un testo menzognero: presentato come necessario per fermare atti di violenza nei confronti di persone con tendenze omosessuali, il provvedimento è incostituzionale in quanto non specifica cosa si intenda per omofobia e dunque potrebbe essere denunciato, e rischiare fino a un anno e mezzo di carcere, chiunque si dica contrario alle adozioni da parte di coppie formate da persone dello stesso sesso o sostenga che la famiglia sia fondata sull’unione tra un uomo e una donna.
Come è accaduto altre volte anche lo scorso fine settimana, durante le nostre veglie sono state organizzate delle contromanifestazioni. Particolarmente dura quelle di Perugia in cui un gruppo di contestatori ha aggredito verbalmente le Sentinelle in Piedi con insulti e offese. Un’aggressività cui abbiamo risposto con la nostra arma più potente: il silenzio. Nonostante le ingiurie infatti non c’è astio da parte nostra, ma se possibile una dose ancora maggiore di amore. Sappiamo infatti bene che chi ci ha contestato così violentemente non è altro che una vittima della grande mistificazione delle politiche Lgbt. Presentandosi come paladini dell’uguaglianza, queste lobby non fanno altro che marcare le differenze, ghettizzare e portare avanti una politiche che non mira al bene reale delle persone, ma solo all’imposizione di un’ideologia. A chi ci contesta noi diciamo: aprite gli occhi, la verità la conoscete: non è la rivendicazione di presunti diritti negati a non farvi sentire discriminati, ma solo l’autentica accoglienza di chi vi considera persone, individui unici, e non una categoria in cui fare numero.
Molto più inquietante invece è quanto è successo a Genova, dove la Regione Liguria, in opposizione alla veglia delle Sentinelle in Piedi, ha esposto una bandiera arcobaleno. Spiega le motivazioni del gesto l’Assessore alle pari opportunità, Lorena Rambaudi che afferma di aver portato avanti l’iniziativa in segno di «rifiuto di ogni forma di discriminazione e razzismo». Ma se un rappresentante delle istituzioni del nostro paese considera la legittima opposizione a un provvedimento di legge una forma di discriminazione allora è evidente che siamo di fronte ad un attacco senza precedenti non solo alla libertà d’espressione, ma anche alla democrazia. Se oggi un assessore considera il silenzio una forma di razzismo, cosa succederà domani la legge sull’omofobia entrerà in vigore?
Per questi motivi noi non ci stanchiamo di vegliare nelle piazze e sabato saremo a Roma, in piazza del Pantheon alle 17:00.
Per amore verso tutti e contro la violenza di chi vuole metterci contro qualcun altro.
Precisiamo inoltre che, al contrario di quanto apparso su alcuni quotidiani, lo scorso week end non abbiamo organizzato alcuna veglia a Venezia e nemmeno partecipato a mobilitazioni organizzate da “Forza Nuova”. Le Sentinelle in Piedi operano nel pieno rispetto della legge e realizzano ogni veglia comunicando agli organi di polizia competenti. Non siamo un’associazione, né un partito, né un movimento, bensì una resistenza pacifica di liberi cittadini, una rete apartitica e aconfessionale. La partecipazione alle veglie è unicamente individuale, nessun partito o associazione può aderire dunque in quanto tale. Chi non accoglie questo stile e questi principi non può partecipare alle attività delle Sentinelle in Piedi e utilizzare impropriamente questo nome. Chi ha a cuore la nostra battaglia non ha esitazione alcuna a mettere da parte il proprio credo politico, associativo o religioso per affermare un diritto che riguarda tutti.
Vegliamo in silenzio oggi affinché non ci venga tolta la libertà di esprimerci domani.
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