È una storia lunga che si perde in una miriade di dettagli quella della rivoluzione politica e religiosa operata da Costantino, l’imperatore che diede fine alle persecuzioni contro i cristiani e che pose sulle sue insegne militari la croce nella forma del Krismon, simbolo che univa le due lettere iniziali greche del nome di Cristo. Nell’anniversario dell’emanazione del suo celebre Editto di Milano (313 d.C.), che dichiarava lecito il Cristianesimo, la capitale meneghina ospita nel cuore del suo Palazzo Reale una grande retrospettiva. «Questa mostra – spiega l’assessore alla Cultura Stefano Boeri – rivela come Milano sia stata, oltre che la capitale politica e amministrativa di un impero, anche un riferimento etico e culturale. Milano, in quel preciso momento storico, ha saputo mostrare al mondo la propria profonda civiltà attraverso l’apertura ad ogni espressione di fede e alla tolleranza religiosa in un tempo in cui barbarie e intolleranza parevano regnare più sovrane dell’autorità imperiale».
Aperta fino al 17 marzo 2013 l’esposizione, dal titolo Costantino 313 d.C., presenta più di 200 oggetti preziosi d’archeologia e d’arte che raccontano i protagonisti dell’epoca, l’esercito e i suoi armamenti, la corte, con particolare attenzione alla figura di Elena, madre di Costantino, santa e imperatrice investita di un grande ruolo nella storia della Chiesa. Grazie a reperti e ricostruzioni si puo fare un viaggio immaginario nella Milano Imperiale, dal Palatium alle terme che si ergevano tra gli attuali Corso Vittorio Emanuele e via Larga, alla necropoli dell’area di Sant’Eustorgio, nell’odierno Corso di Porta Ticinese.