Si riconoscono da lontano gli inconfondibili scatti della Sicilia di Ferdinando Scianna, un luogo magico e senza tempo prescelto come scenografia ideale delle prime campagne di Dolce e Gabbana, il luogo di quelle tradizioni che, per chi vi nasce o per chi in qualche modo si trova a viverle, si assorbono inevitabilmente. «La mia storia personale – racconta il fotografo vincitore del prestigioso premio Nadar – mi ha portato, da quasi mezzo secolo, a vivere fuori dalla Sicilia. Sapevo, anzi, con un oscuro fondo di vergogna, di essere fuggito dalla Sicilia, da quella Sicilia […] Poi, a poco a poco, ho scoperto con gli anni che non si va mai via completamente dalla Sicilia, non si distrugge dentro di sé un’appartenenza così drammaticamente forte». Queste straordinarie storie in bianco e nero, tra cui spicca il ritratto di Leonardo Sciascia, si potranno ammirare all’interno di La fotografia d’autore dalla Sicilia a Scampia, che la galleria online di fotografia d’autore Aristocratic presenta in occasione del MIA – Milan Image Art Fair, al Superstudio più di Milano dal 4 al 6 maggio 2012.
A fare compagnia alle immagini del maestro della fotografia del ‘900 siciliano, all’interno del progetto in anteprima Un istante prima o un istante dopo, gli scatti di Nicola Cicognani che, con le sue periferie metropolitane, si sta affermando con forza nel panorama della fotografia d’autore contemporanea. Dopo una fortunata serie dedicata a Palermo, il fotografo bolognese affronta una nuova ricerca che si concretizza in immagini che catturano il fascino delle architetture, delle geometrie, dei colori e delle luci delle metropoli che acquistano una bellezza inusuale, una bellezza postmoderna, una bellezza non compiuta, in divenire, «perché Nicola riesce a fotografarle con quell’anticipo straordinario che rende quelle cose leggere. Perché l’azione non è ancora terminata, la frase non finita e la pioggia resta a mezz’aria e il bacio a mezza bocca. Per Nicola, evidentemente, la vita è in movimento e tutto si compie sempre un minuto prima. O un minuto dopo. Per lui è uguale. Incredibilmente uguale», come recita il testo critico a cura di Denis Curti.