Un buon ritratto deve saper esprimere l’interiorità del soggetto, deve raccontare di una vita, di un trascorso, di quello che si è stati e di quello che si è. Queste caratteristiche fanno l’opera più umana, più vicina al microcosmo di colui che la osserva il quale, sorpreso dalla naturalezza dell’espressione, è spinto ad accostarsi a essa per sentire la sua storia. Proprio di un buon ritratto che si racconta in Auntie, un nudo di signora dipinto da Aleah Chapin che ha consentito a questa artista che vive e lavora a Brooklyn di vincere il BP Portrait Award 2012, un premio in denaro offerto dalla National Portrait Gallery di Londra che ogni anno vede la candidatura di migliaia di pittori provenienti da tutto il mondo. Capelli grigi e bianchi sciolti sulle spalle, pelle ormai segnata dal tempo, sguardo fiero e sereno, ecco come la pittrice mette letteralmente e metaforicamente a nudo la sua protagonista, un’amica di famiglia di cui racconta: «Il suo corpo è una mappa del viaggio della sua vita. In lei vedo la personificazione della forza espressa da una accettazione sincera di quello che ormai è».
L’opera, che il direttore della National Portrait Gallery, Sandy Nairne, ha descritto come «un ritratto ambizioso e dipinto molto bene, con un superbo controllo di tono e colore», rimarrà esposta fino al 23 settembre 2012 nella galleria londinese insieme ad altri 54 dipinti prescelti tra dalla giuria. Tra questi il ritratto del nonno del pittore spagnolo Ignacio Estudillo (che si è aggiudicato il secondo posto), e il ritratto di Richie Culver (al terzo posto) dipinto da Alan Coulson che ha voluto catturare «lo stile unico e il carattere alla mano» dell’amico dalle braccia tatuate.