«Come posso avvicinarmi, brutto e grigio come sono, a questo Bambino, centro di ogni luce?». Un anno fa con gentilezza potente Aspettando Natale ci radunò a migliaia alla corte stalliera dell’Altissimo: noi popolo di terra e non di cielo, indegni come il più grigio e ricciuto degli agnelli, insieme a gnomi, briganti, rose fiorite nella neve, lucciole portatrici di stelle. Sentimmo allora il vento vibrare alla porta di Babouchka, seguimmo, tra volpi argentate, quel poeta che aprì la stalla «per vedere se era lì. C’era!». E siccome ogni presepe è cosa viva e non per belle statuine, lo scorso anno fu solo l’inizio del Calendario d’Avvento. Ogni giorno una storia che Annalena Valenti, la nostra Mammaoca, con le amiche Raffaella Carnovale e Valeria De Domenico, aveva realizzato scovando e scegliendo venticinque, tra storie, leggende e poesie, “profezie di Natale” più belle mai scritte (tra gli altri Gilbert K. Chesterton, Grazia Deledda, i fratel...
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