
Si vota in Egitto. «Il popolo vuole uno Stato forte, basta esperimenti. Al Sisi non sarà un nuovo Mubarak»
Si chiuderanno oggi le elezioni in Egitto, le prime dopo la deposizione da parte dei militari del presidente dei Fratelli Musulmani Mohamed Morsi. Il voto è iniziato ieri e tutti i sondaggi danno per vincitore l’ex capo delle Forze armate, il generale Abdel Fattah Al Sisi. «I sondaggi non sono affidabili qui in Egitto e la popolarità di Al Sisi potrebbe essere sovrastimata, resta il fatto che molti pensano che lui sia l’uomo giusto in questo momento», dichiara a tempi.it Tewfik Aclimandos, ricercatore egiziano al Cairo dal 1984 al 2009 e oggi associato alla cattedra di Storia contemporanea del mondo arabo al Collège de France.
Professor Aclimandos, l’unico dato certo che si conosce al momento è che il 94,5 per cento degli egiziani residenti all’estero ha votato per Al Sisi. È il vincitore annunciato?
Nessuno lo sa per certo, le opinioni sono mutevoli ma la maggior parte degli esperti ritiene che vincerà. Hamdeen (Sabahi, il secondo candidato alle presidenziali, ndr) non è in grado di convincere la gente di essere un’opzione credibile e questo è un peccato. Ma la popolazione non ha più voglia di fare esperimenti. Il dato davvero incerto è l’affluenza.
Secondo un rapporto del Pew Research la popolarità di Al Sisi è al 54 per cento, mentre il 45 per cento degli egiziani non lo appoggia. Sono numeri plausibili?
I sondaggi non sono affidabili in Egitto però è possibile che i media abbiano sovrastimato la sua popolarità, anche se è sicuramente più alta del 54 per cento. Al Sisi è uno sconosciuto, ma molti pensano che sia l’uomo giusto per questo momento. Tanti magari non lo apprezzano o non riescono a fidarsi di lui ma questo è un altro problema. Il punto infatti non è “chi ti piace” ma come voterai. Conosco un sacco di egiziani che apprezzano moltissimo Al Sisi ma vorrebbero un altro presidente, pur sotto la sua influenza. E ne conosco molti altri che non lo amano ma che lo voteranno.
I Fratelli Musulmani hanno vinto le elezioni del 2011 e del 2012. Dopo essere stati deposti, sono stati estromessi dal voto, denominati “gruppo terrorista” e centinaia dei suoi militanti sono stati condannati a morte. In che modo questa situazione influenzerà il voto?
La Fratellanza gode del sostegno di diverse aree del paese. Ma per la prima volta nella storia dell’Egitto, una chiara maggioranza di egiziani ha un problema politico e religioso con loro. Non pensano più infatti che siano gente sincera e religiosa. Nessuno sa cosa gli egiziani pensino del futuro dei Fratelli Musulmani ma restereste tutti sconvolti dal numero di persone che si è stufata di loro. E il motivo è semplice: la Fratellanza è accusata di attentati terroristici (secondo me a ragione, ma non è questo il punto). La gente pensa che dovrebbero essere trattati di conseguenza: molto duramente. Nessuno in Egitto vuole più morire in un attentato.
Di cosa ha bisogno oggi il paese?
Su questo sono tutti d’accordo: Stato forte, democrazia, giustizia sociale e sicurezza. Il principale problema è stabilire le priorità, quale bisogno sia il più importante. Gli egiziani sono divisi sulle priorità ma la maggioranza preferisce sicurezza, Stato forte e giustizia sociale alla democrazia e alle libertà pubbliche.
C’è davvero il rischio paventato da molti che Al Sisi diventi un “nuovo Mubarak”?
Non si può prevedere quello che accadrà. Ma una cosa è certa: Al Sisi non vuole diventare un nuovo Mubarak e farà di tutto per non sembrare come il vecchio presidente. Lui è un conservatore ma sa che è in corso una rivoluzione e sa che oggi la situazione è diversa: il popolo egiziano può tollerare molte cose ma non più un regime in stile Mubarak.
Quali sono le sue speranze per queste elezioni?
Non lo so. Mi piacciono entrambi i candidati. Ho incontrato personalmente Sabahi e sinceramente mi ha fatto un’ottima impressione. Penso che la gente non si fidi di lui per motivi sbagliati. Credo che sarebbe un presidente migliore di quanto la gente pensi. Ma anche Al Sisi è davvero un buon candidato e ha la benedizione dello Stato. Davvero non so cosa sia meglio per il paese: una maggioranza schiacciante per Al Sisi, che gli permetterebbe di prendersi più “libertà”, o una risicata.
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Al Sisi è l’uomo adatto per l’Egitto che ha bisogno come tutti, di stabilità e non certo di fanatici islamici.