Dopo il Comune, anche la Regione. Già l’amministrazione di sinistra di Torino guidata da Piero Fassino aveva deciso di penalizzare le scuole materne paritarie riducendo il contributo di 600.000 euro in due anni, ma ora – fatto, se possibile, ancor più grave – è addirittura la Regione di Sergio Chiamparino ad aver comunicato che di Buono scuola, per un anno, non se ne parla.
La decisione era nell’aria da tempo: il bando per il Buono scuola delle paritarie e per i libri di testo e le attività integrative degli studenti delle statali per il 2014-15 non si farà. Non ci sono i soldi, dicono. E se è certo che le casse della Regione languono, è altrettanto un fatto che la decisione della giunta Chiamparino è politica. Anziché tagliare da altre parti, si è deciso di tagliare sulla scuola.
PAROLE E ASSICURAZIONI. A parole gli assessori regionali al Bilancio, Aldo Reschigna, e all’Istruzione, Gianna Pentenero, hanno spiegato che la scelta è “eccezionale” e che si tratta solo di uno slittamento. «I motivi che ci costringono a questa scelta – ha detto Reschigna – sono, da una parte, le ormai note criticità di bilancio. Dall’altra il progressivo disallineamento degli anni passati, che ci ha portato a dover ancora pagare il bando 2012-13 e che vogliamo superare. Le risorse ci sono per concludere il 2012-13 e il 2013-14. Ci vediamo costretti a non pubblicare il bando 2014-15, in modo che nei primi mesi del 2016 sia possibile procedere con quello del 2015-16 e pagarlo entro il 2016».
Né la decisione né le assicurazioni sono piaciute all’opposizione. Gian Luca Vignale, consigliere regionale di Fi, ha annunciato che presenterà un’interrogazione urgente anche perché «il Consiglio regionale aveva votato all’unanimità due ordini del giorno che impegnano la Regione per il bando 2014/15 utilizzando i 5 milioni avanzati nel 2014».
E I CATTOLICI DEL PD? Molto agguerrito anche Silvio Magliano, Ncd, vicepresidente vicario in Consiglio comunale a Torino, da sempre molto sensibile alle tematiche scolastiche e alla difesa della libertà educativa. «Mille sarebbero i capitoli su cui intervenire – scrive in una nota – ma, guarda caso, la scure ideologica della Giunta Chiamparino sceglie proprio la libertà di educazione come suo obiettivo. Eliminare il Buono Scuola per un anno significa colpire nuovamente le famiglie che, certe di poter contare su questa misura loro promessa e garantita, hanno iscritto i loro figli nelle scuole paritarie».
«È chiaro che la libertà di educazione, la possibilità di scegliere in che scuola mandare i propri figli e il sostegno alle famiglie non sono una priorità della sinistra che governa Regione e Comune – prosegue Magliano. Mi chiedo a maggior ragione ora quale sia la posizione dei politici cattolici del Pd. In campagna elettorale millantano e rassicurano i loro elettori su temi quali famiglia, scuole paritarie e libertà di educazione e poi regolarmente, una volta al governo, non sono in grado di mantenere le loro promesse. Sono evidentemente ostaggi dell’ideologia più radicale e statalista che vede nella libertà di educazione e nelle scuole paritarie un nemico ideologico da abbattere. Ora, se ancora ve ne fosse bisogno, i gestori e gli insegnanti delle scuole paritarie, le famiglie e tutti coloro che credono nella libertà di educazione sappiano chi è in grado di tutelarli e chi no. Il Pd certamente no. Mi batterò personalmente in ogni sede affinché sia ripristinato un sistema di vera libertà educativa, come ai tempi delle Giunte Ghigo, quando governava il centrodestra».
Foto scuola da Shutterstock