Pellegatti: «Milan-Malaga è decisiva. Guardiola ipotesi ancora viva, ma Allegri non rischia»
Tre gol fatti, altrettanti subiti. Quattro punti risicati, che però tengono il Milan ancorato al secondo posto nel girone C. Dopo le prime tre partite dei rossoneri, mediocri nel gioco quanto nei risultati, la Champions riporta in campo stasera la squadra di Allegri: alle 20.45 andrà in scena a San Siro il match contro il Malaga di Pellegrini, leader del gruppo. Un match fondamentale per la squadra rossonera, in costante ricerca di sé e di punti importanti. Quanto conta la partita di stasera? Lo abbiamo chiesto a Carlo Pellegatti, giornalista di Mediaset e grande conoscitore dell’ambiente milanista.
Pellegatti, stasera match importante per il Milan. Che impatto ha avuto sull’ambiente rossonero il bel 5-1 sul Chievo?
È stata una vittoria notevole. E non soltanto per i tre punti: come giustamente hanno detto Galliani e Berlusconi, si è finalmente rivisto il Milan. Vincere è sì importante, ma farlo col gioco visto sabato dà morale ed aumenta l’autostima.
La Champions è un crocevia: passare il girone darebbe una bella iniezione di fiducia alla squadra, oltre all’impatto economico che inevitabilmente un passaggio del turno può avere. Quanto conta stasera? Allegri continua a dire che il match col Malaga non è decisivo.
La partita di stasera è sì decisiva, ma per il primo posto. È quello il traguardo cui il Milan deve sempre ambire: vincere stasera alimenterebbe le speranze per arrivare in testa al girone, cosa che poi darebbe un grosso aiuto per il passaggio ai quarti di finale: arrivare primo agevolerebbe la situazione per i sorteggi, oltre a permettere di giocare in casa il ritorno degli ottavi. È importante quindi vincere stasera, ancor di più se la gara del Milan fosse convincente. Sarebbe un altro segno del fatto che la squadra si sta ritrovando.
La vittoria di sabato non può certo bastare a migliorare la situazione di Allegri, su cui però Galliani continua a dimostrarsi fiducioso. Può reggere ancora a lungo questa posizione di fiducia della società?
Secondo me sì. Parlavo ieri con Allegri sul suo futuro: togliendo l’ipotesi di Guardiola, che comunque rimane sempre viva, qualora si mandasse via il tecnico e si guardasse nel panorama generale degli allenatori italiani e stranieri, non c’è grande scelta. Quanto ha senso buttarsi in un’altra avventura? O si punta al massimo, cercando di ingaggiare Guardiola – che se poi dovesse arrivare come direttore tecnico, non per forza Allegri se ne deve andare – oppure non so quanto valga la pena cambiare. Certo, la posizione dell’allenatore toscano deve essere suffragata dai risultati: il Milan quest’anno punterà molto forte alla Coppa Italia, e qualora dovesse andare bene anche in Europa, magari anche solo in Europa League, ecco che le possibilità di conferma di Allegri salirebbero.
Ipotizziamo che le cose vadano male e venga esonerato. Chi potrebbe arrivare al suo posto? Crede davvero che un tecnico alle prime armi come Inzaghi sappia gestire una situazione così complessa?
Per Inzaghi è troppo presto. Sarebbe una scelta azzardata: più facile stare sul sicuro. Un sicuro che però deve essere garantito dal campo.
Pellegrini in conferenza stampa oggi è apparso spavaldo: sembra che i rossoneri non facciano più paura come un tempo. Sono parole secondo lei credibili quelle del tecnico del Malaga, o fa solo pretattica?
È ovviamente pretattica. Lui spera nel risultato positivo, ma sa e teme che il Milan sarà diverso da quello dell’andata. E credo che anche il Malaga sarà diverso da quello di due settimane fa: è più debole, ha problemi di soldi, ha perso l’ultima in casa. E comunque, detto in tutta franchezza, anche la squadra vista all’andata non mi era sembrata irresistibile.
El Shaarawy e Montolivo paiono due delle poche note positive di questo Milan. Si può vedere nella loro esplosione (specie del primo) quei segnali di ripresa di cui tanto ha bisogno il calcio italiano? Su quali altri giocatori il Milan può puntare, anche dal suo settore giovanile?
Io non sono mai per i giovani tout court, a tutti i costi. El Shaarawy è un giocatore importante, ma alla fine contano secondo me anche i 12 palloni recuperati da Ambrosini, o la sicurezza difensiva di Bonera. Giovani sì, ma sempre con intelligenza: non ha senso affidare totalmente a ventenni una squadra. Basta vedere l’Arsenal: se ne parla sempre bene, ma di vittorie ne fa ben poche.
0 commenti
Non ci sono ancora commenti.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!