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L’uomo ingabbiato di Stanley Kubrick

Di Simone Fortunato
11 Gennaio 2022
Tutti i protagonisti delle pellicole del maestro del cinema vivono come imprigionati da un Potere senza volto
Stanley Kubrick
Il regista Stanley Kubrick (foto Ansa)

Ancora cinema della e nella pandemia. Mi viene in soccorso Stanley Kubrick che rivedo in toto e in ordine cronologico, per l’ennesima volta. Kubrick è il top, mi dico sempre e dico sempre a tutti, quindi anche a voi: sono innamorato di mia moglie, ma amo Stanley Kubrick. Lo amo prima di lei (ormai se n’è fatta una ragione) e non è mica un amore come gli altri: tipo viscerale, come quello per Francis Ford (Coppola), tipo maledetto, come per Martin (Scorsese) o filiale, come per Steven (Spielberg). E nemmeno quello struggimento vagamente adolescenziale che ogni tanto mi capita di ri-provare per Truffaut.
No, Kubrick è qualcosa di diverso e unico, che sfugge a qualsiasi catalogazione. Lui è altro, di un’altra pasta, un vero e proprio unicum nella storia del cinema tutto e forse addirittura del Novecento. È l’Oracolo che parla per enigmi che tu comprendi anni dopo, ma alla fine lui, l’Oracolo, ci azzecca sempre. È anche un tipo complicatissimo a cui avvicinarsi: sfuggente, ermeti...

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