La filosofia di Star Wars. Parte quarta: la guerra, la pace e la galassia

Di Aldo Vitale
02 Dicembre 2015
Quarta puntata del nostro viaggio nel film di Lucas: non solo fantascienza ma una vera e propria fotografia del mondo occidentale odierno

Luke-Skywalker

«Il sistema per me non funziona […]. Ci vuole un sistema in cui i politici si siedano intorno a un tavolo e discutano i problemi, stabiliscano cosa fare per il bene comune e poi agiscano e se non si raggiunge un’intesa occorre che qualcuno costringa le persone a mettersi d’accordo e se si deve chiamare dittatura qualcosa che funziona, ben venga la dittatura»: così dichiara Anakin Skywalker poco tempo prima di diventare Darth Fener, dimostrando la sua predisposizione a lasciarsi sedurre dal Lato Oscuro, a tal punto da impadronirsi delle sorti della guerra galattica innescata dal Signore Oscuro Darth Sidious.

Darth Sidious scatenando la guerra galattica ha potuto, sotto le mentite spoglie del Cancelliere Palpatine, archiviare la Repubblica galattica e fondare l’Impero, autoproclamandosi imperatore, così da riportare l’ordine e la pace, ma la sua pace, cioè quella fondata sulla tirannia.

I sith, dunque, utilizzano la guerra secondo una logica strumentalistica, per acquisire potere politico e militare; sembra di sentire l’eco delle parole di von Clausewitz il quale riteneva che la guerra altro non è che «la continuazione della politica con altri mezzi».

I sith sono un tutt’uno con il Lato Oscuro che è la via per la discordia e per la guerra come ricorda il maestro jedi Yoda: «Su tutto l’ombra del lato oscuro è calata. Cominciata la guerra dei cloni è […]. La paura è la via per il Lato Oscuro. La paura conduce all’ira, l’ira all’odio; l’odio conduce alla sofferenza».

I jedi, invece, professano la pace autentica, cioè quella che garantisce non tanto e non solo l’ordine, già di per sé risultati di ogni tirannia, ma la libertà.

Del resto, i sith usano il Lato Oscuro per un proprio interesse, anche e soprattutto per attaccare; i jedi, invece, solo come estrema risorsa e soltanto per difendere, soprattutto gli altri.

Così, del resto insegna il maestro jedi Yoda: «Lo imparerai! Quando sei calmo, in pace! Passivo… un Jedi usa la Forza per saggezza e difesa, mai per attaccare».

La differenza tra la concezione della pace dei jedi e dei sith, del resto, emerge quando Anakin Skywalker, oramai accecato dal Lato Oscuro, durante il duello contro il suo maestro jedi Obi Wan Kenobi sul pianeta vulcanico Mustafar così si esprime: «Niente prediche, Obi-Wan. Io vedo oltre le bugie dei Jedi. Non temo il Lato Oscuro come voi. Ho portato pace, libertà, giustizia, e sicurezza nel mio nuovo impero».

Tutto ciò, ovviamente, dimostra quanto sia evidente, anche nella finzione cinematografica di Star Wars, la differenza tra l’idea di pace e la sua sublimazione ideologica, cioè il pacifismo.

I jedi sono difensori della pace minacciata dai deliri di onnipotenza dei sith, tuttavia, non si risparmiano nella azioni di guerra, nelle battaglie, nei duelli con la spada laser, per garantire la pace e respingere gli atti bellicosi dei sith.

La pace, insomma, nella visione jedi è ben più che una semplice assenza di conflitto armato, ma è, infatti, garanzia che il Lato Oscuro non prevalga, che cioè regni la libertà nella galassia per tutte le creature che la popolano.

La galassia, infatti, è un miscuglio di specie, razze, interessi, che trovano nell’assetto politico-istituzionale del Senato della Repubblica il momento di confronto e di armonizzazione democratica e liberale.

Alla distruzione di questa armonia sociale e politica mirano i sith in genere e in particolare Darth Sidious prima e Darth Fener poi, come, infatti, quest’ultimo stesso palesemente ammette: «Non capisci? Non dobbiamo più scappare ormai. Ho riportato la pace nella Repubblica. Sono più potente del Cancelliere, lo, lo posso togliere di mezzo. E insieme io e te governeremo la galassia. Ogni cosa sarà come noi la vogliamo».

Riecheggiano le parole del volontarismo assoluto tipico di ogni regime totalitario della storia, come ha perfettamente insegnato il XX secolo riassumibile nel ben noto concetto del Führerprinzip.

Ecco allora che l’universo di star wars mette in scena alcune fra le più caratteristiche problematiche etiche, politiche, filosofiche ancora oggi presenti, dimostrando di essere ben più che mera fantascienza, cioè una vera e propria fotografia del mondo occidentale odierno.

Questo il suo grande pregio, o forse, tra i tanti altri di cui in seguito si vedrà, il suo più grande limite.

(Qui la prima, la seconda e la terza puntata)

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