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Kazuo Ishiguro non avrebbe bisogno di presentazioni, avendo vinto il Nobel per la letteratura nel 2017; eppure mi rendo conto che, quando ne parlo in giro, non lo conosce quasi nessuno. Io stesso, in effetti, devo questa scoperta a una conversazione origliata fortunosamente in un corridoio di scuola. Mi si è aperto un mondo, da quando ho letto Non lasciarmi, il romanzo di cui discutevano le mie colleghe. Da allora me la godo a esplorare (con una giusta pausa tra uno e l’altro) i romanzi di questo straordinario scrittore, per davvero uno dei maggiori viventi; non tanto per il Nobel, ma poiché non ho ancora trovato un suo romanzo che non mi abbia ferito, ritagliandosi un cantuccio in me da cui continua a mormorarmi il suo segreto. Pochi dei contemporanei che troviamo nei reparti “Novità” diventeranno classici della letteratura; Ishiguro invece credo di sì.
Quei personaggi che sfiorano il perimetro della verità
Ishiguro è soprattutto un genio della narrazione, intesa sia come costruzione ...
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