In Formula Uno i segreti si nascondono dietro un sonoro “Vaffa…”

Di Paola D'Antuono
07 Novembre 2012
I piloti e i team hanno escogitato un metodo infallibile per non mandare in onda le loro conversazioni radio: utilizzare un linguaggio scurrile. La Federazione però è sul terreno di guerra e annuncia pesanti provvedimenti.

«Non si dicono le parolacce!», tuona la mamma al figlio di quattro anni che sa di averla fatta grossa. Ma se per i bambini spesso riempirsi la bocca di “parole da grandi” è un gioco, per gli adulti può essere un escamotage per evitare di svelare segreti strategici. Almeno nella Formula Uno. Sarà capitato spesso a molti appassionati di motori di ascoltare i dialoghi serrati tra pilota e squadra mentre il Gran Premio è in corso e chiedersi: «Ma se possiamo ascoltarli noi, allora potranno farlo anche gli avversari? Ma così si scoprono tutte le strategie!». Ed ecco che la parolaccia arriva a tutelare il segreto.

UNA PAROLACCIA PER UN SEGRETO Le riprese televisive sono gestite direttamente da una delle società del patron Bernie Ecclestone, la Formula One Management. È la società stessa a scegliere quali messaggi del team radio trasmettere, le squadre non hanno alcun controllo sulla messa in onda, quindi non sanno quale loro conversazione radio sarà resa pubblica. Quindi, l’unico modo per impedire che venga trasmesso un dialogo importante, è farcirlo di oscenità e parole scurrili, così da impedire alle riprese televisive di mandarle in onda. Spesso però le parole peggiori i piloti le pronunciano in diretta tv, com’è successo durante lo scorso Gran Premio di Abu Dhabi, quando Raikkonen e Vettel, appena saliti sul podio, si sono lasciati andare a esternazioni vietate ai minori di 14 anni, tra l’imbarazzo generale. La Federazione ora sta meditando di prendere seri provvedimenti per impedire il ripetersi di situazioni imbarazzanti ed evitare che il pubblico sia costretto a cambiare canale per via dei bambini. Che potrebbero però trovarsi cadere dalla padella alla brace girando per esempio su una partita di calcio. Sul terreno di gioco il linguaggio è anche più colorito.

@paoladant

 

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