Il problema dell’Inter sono i cortigiani?
E’ inutile girarci tanto intorno, a Tempi.it abbiamo cominciato a lanciare segnali già dal mese di agosto: l’inizio della pubblicazione a puntate della rubrica Moratteide, comincia proprio in quei giorni. Avevamo già il sospetto che la squadra nerazzurra andasse incontro a una stagione contraddittoria e avara di soddisfazioni. Intanto i soliti soloni interisti, televisivi e della carta stampata, rassicuravano il popolo nerazzurro sconcertato sia dalla (s)vendita di Eto’o a una misconosciuta squadra russa in cerca di visibilità mediatica sia dai tentennamenti sul campo della campagna acquisti e cessioni, tipica di una società indecisa su tutto.
Questi illustri soloni erano certi che la decisione di Moratti di vendere il bomber camerunense fosse dovuta alla volontà del patron di regalare un grosso colpo alla squadra, magari all’ultimo minuto come l’anno prima aveva fatto il Milan con Ibrahimovic. Speranze vane! Il mercato non si è mosso e ora gli stessi che avevano scommesso anche la moglie e la casa per uno scatto di reni morattiano, piangono la paura di essere già risucchiati nella lotta per non retrocedere.
Ma, nelle loro parole, ancora non viene rivelata una verità lampante: questa situazione è cronica da almeno 17 anni, cioè da quando Massimo Moratti cominciò a baloccarsi con il giocattolo Inter, gentilmente regalatogli con budget quasi illimitato dalla famiglia. E’ tutto qui il problema dell’Inter: un presidente inadeguato al ruolo assunto, che si è circondato da diversi incompetenti che negli anni pre – Calciopoli aveva ridotto la squadra nerazzurra a una simpatica (per gli avversari e rispettive tifoserie) barzelletta; che è stato vittima della paranoia del “complotto” ordito da Moggi & co.; che ha affermato che lo scudetto di cartone era un premio per chissà quali torti subiti, con il solo risultato di esacerbare gli animi e far rimanere aperta una brutta pagina del calcio nazionale, che altrimenti si sarebbe già chiusa. Che ha vissuto qualche mese di gloria (qualche mese, non un ciclo!) grazie a un profeta portoghese che aveva capito come muoversi nel marasma anarchico di Appiano Gentile. Purtroppo la lezione di Mourinho, non è servita a nulla: in due stagioni i suoi successori sono già stati quattro, ritornando alla media dell’era Moratti. E potremmo andare avanti, tra errori tecnici (Oriali allontanato, due consecutive campagne acquisti e cessioni fallimentari) e finanziari: Moratti, in 17 anni ha speso un abbondante miliardata di euro, più di Juve e Milan messi insieme e ora piange per il fair play economico, proprio ora che grazie ai proventi delle vittorie avrebbe potuto rinforzare la squadra a dovere. Lo avrebbe potuto fare si, se non avesse in questi anni dilapidato il budget iniziale con una gestione demenziale del parco giocatori e allenatori.
Ma di questo, non sentiremo mai nessuno occuparsene, nè dagli schermi televisivi, nè sulla carta stampata. Questa è la condanna dell’Inter, pensare che ogni critica che abbia come obiettivo la dirigenza sia semplicemente un delitto di lesa maestà. Ancora in questi giorni gli esperti di cose nerazzurre mettono sul piatto delle accuse gli allenatori, i giocatori, gli arbitri (tanto per cambiare), ma si guardano bene dall’accennare qualche velata critica anche al responsabile ultimo di questo caos. Forse c’è una ragione per questa latitanza: il dover fare i conti con la suscettibilità del soggetto che potrebbe, ora anche in difficoltà finanziaria, optare per uno sganciamento definitivo dalle responsabilità operative presidenziali e decidere di mettere in vendita la società, con il rischio di creare una situazione ancor più grave e irreversibile.
E allora come uscire dal tunnel? Sarebbe opportuno che invece di fare l’offeso il presidente interista rilasciasse una dichiarazione nella quale ammettesse che qualche errore di gestione, in questi anni, è stato compiuto anche da lui e non solo dai suoi collaboratori, spiegare che soldi in cassa non ci sono più (per le ragioni che abbiamo spiegato) e che è ora di rimboccarsi le maniche e magari cercare di capire come mai dai vivai, chiamati in prima squadra, arrivano solo meteore che non incidono nei necessari ricambi. Siamo sicuri che i veri tifosi interisti capirebbero e si stringerebbero con più convinzione in questa sorta di solidarietà sportiva, per risollevare le sorti della loro squadra. Alla faccia dei cortigiani!
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