Articolo tratto dal numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti)
Sette pistoleri vengono assoldati dalla popolazione di un villaggio che subisce le angherie di delinquenti. Di Antoine Fuqua
Bel western moderno e cruento che ovviamente è lontano anni luce dal film di Sturges che a sua volta era ispirato a I sette samurai di Kurosawa. Lo dirige Antoine Fuqua, regista afroamericano che ha quasi sempre lavorato con Denzel Washington, che anche qui fa la differenza. Non solo perché è il migliore dei sette (compreso Pratt che impallidisce al confronto con il nerissimo e cupo Donzellone) ma anche perché è l’unico personaggio in cui si riesce a scorgere qualcosa, sospeso tra il solito passato malinconico dei cowboy e il presente tragico.
Con uno così lì davanti, è difficile sbagliare film anche se forse non hai la perizia di Sturges e il suo ritmo. In ogni caso, I magnifici 7 è un film solido, che mette insieme senza strafare tante buone facce e uno spunto contemporaneo: l’alleanza tra razze e popoli diversi contro l’invasore che semina il terrore tra i civili innocenti.