
Da dove vengono i soldi dei cinesi del Milan? E chissenefrega, dico io

Articolo tratto dal numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti) – Effettivamente questa storia dei soldi del Milan è veramente una scemenza all’italiana. Da James “Astor” (l’ho soprannominato così perché mi fa venire in mente un vecchio tanguero di Baires) Pallotta a Ilaria D’Amico, in molti si domandano da dove siano usciti tutti questi sghei che hanno trasformato il decadente carrozzone rossonero degli ultimi anni nel club che ha speso – insomma, per come funziona adesso, di 200 milioni non ne avranno cacciati 50 – di più in Italia, uno tra i più prodighi d’Europa. I cinesi del Milan sembravano i reietti delle isole al confronto di quelli dell’Inter e invece, sciambola.
Domenica a San Siro c’era uno striscione di sostegno che in pratica diceva “Li Yonghong è uno di noi”. Qualche partita fa si inneggiava a Fassone e Mirabelli. Poffarbacco, mai avrei pensato di vedere Fassone trasformato in un idolo popolare. La ggggeentte rossonera è felice. Nel calcio non ha importanza da dove arrivino i soldi, purché portino Bonucci e Biglia, Kessie e Kalinic e tutto il resto. Gli altri, invece, si abbeverano al sottoscala italico di invidia e sospetto, il terreno fertile dove sguazzano i grillini.Da dove vengono i soldi del Milan? E chissenefrega. Se li hanno, li hanno, se non li hanno finiranno con le pezze al culo. Se provengono dal narcotraffico o dai Lego taroccati, ci sono organi preposti a scoprirlo. Comunque non sono miei, questo è l’importante.
Foto Ansa
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