«Se non sei un omosessuale felice, completamente a posto con se stesso, che promuove i sani valori del mainstream rispecchiando l’Elite gay culturalmente corretta, allora vieni considerato come un omosessuale che odia se stesso. Questo è il cuore della menzogna gay». A scrivere queste parole in un editoriale sul celebre magazine gay americano Out è Bret Easton Ellis, omosessuale dichiarato, famoso romanziere autore di American Psycho e Glamorama, che gli sono valsi il successo mondiale.
JASON COLLINS. Facendo riferimento a Jason Collins, il primo giocatore dell’Nba ad essersi dichiarato apertamente gay con un articolo su Sports Illustrated poche settimane fa, Easton Ellis scrive: «Sono l’unico gay ad aver provato un tantino di fastidio per il modo in cui i media hanno trattato Jason Collins come se fosse un cucciolo di panda bisognoso di essere onorato, festeggiato, consolato e trattato come un minorato? (…) L’adulazione seguita alla semplice affermazione che era gay sembra a me, che sono gay, un nuovo tipo di vittimizzazione».
«NUOVO FASCISMO GAY». E chi sono i responsabili della creazione del «Regno dell’Uomo Gay come se fosse un Elfo magico, che ogni volta che esce fuori ci appare come se fosse un Extraterrestre santo, il cui solo scopo è di ricordarci la Tolleranza, i nostri Pregiudizi e di Sentirci bene con noi stessi e che è rappresentato come un simbolo invece di essere una semplice persona gay»? Sono le lobby LGBT, promotrici del «nuovo fascismo gay» che «dipinge sui media gli omosessuali in modo irrealistico», che manca completamente di «senso dell’umorismo» e che «ti dipinge come un uomo che odia se stesso se non agisci esattamente come vogliono loro».
«POZZANGHERA DI HIV». Bret Easton Ellis, come si può capire, non è uno che le manda a dire e non teme neanche di andare controcorrente. Per le sue idee, e per certi tweet provocatori, come ad esempio quello in cui paragona la serie tv Glee a un “salto in una pozzanghera di Hiv”, è stato invitato e poi cacciato dai GLAAD media awards, premi assegnati dalla “Alleanza gay e lesbiche contro la diffamazione” ai protagonisti del mondo della cultura e dello spettacolo che danno una immagine “veritiera” della galassia omosessuale.
TOLLERANZA INTOLLERANTE. «Molti gay dopo quanto successo mi hanno manifestato solidarietà – scrive – GLAAD da quando è nata ha diviso la comunità gay. (…) È una organizzazione che predica tolleranza ma che prende a schiaffi tutti quelli che non sono d’accordo con loro. È il cuore pulsante del [movimento che] dipinge nella cultura l’Uomo Gay come un Elfo magico e che spesso premia film stravaganti pieni di stereotipi gay solo perché parlano di omosessuali, ignorando la maggioranza silenziosa degli omosessuali che disprezzano quelle stesse caricature. E mi dispiace, GLAAD, ma questi uomini non odiano affatto se stessi».
GUARDIANI DELL’OMOSESSUALITÀ. E colpa della loro campagna mediatica invasiva se un semplice tweet che contiene «l’opinione di un gay sugli omosessuali di Hollywood» diventa subito «un discorso carico di odio». «Ma dove sono – si chiede Easton Ellis nel finale del suo editoriale – quei gay che non vogliono essere un “esempio morale”? Quelli che non vogliono essere etichettati? Quelli che non fanno l’equazione gay=dignità? Quelli che non pensano che è obbligatorio sfilare per strada con il sorriso sulle labbra? La promozione di questo tipo di uomo gay da parte dei Guardiani dell’omosessualità politicamente corretta è qualcosa di devastante».