Betlemme, boom di turisti a Natale. «Noi cristiani ne abbiamo bisogno per restare»

Di Leone Grotti
13 Dicembre 2018
Nelle città palestinesi sono rimasti solo 47 mila cristiani. Il turismo è fondamentale per aiutarli a non abbandonare il paese: «Siamo chiamati a essere testimoni di Gesù qui»
epa07215160 A visitor placed a baby at the Grotto inside the Church of the Nativity, built atop the site where Christians believe Jesus Christ was born, on Christmas Eve, in the West Bank city of Bethlehem, 07 December 2018. The Church of the Nativity, built on the site where Jesus Christ is believed to have been born in the West Bank city of Bethlehem, is administered jointly by Greek Orthodox, Roman Catholic, Armenian Apostolic and Syriac orthodox church. EPA/ABED AL HASHLAMOUN

Quest’anno il Natale potrebbe essere più a lieto a Betlemme. Secondo il ministro palestinese del Turismo, infatti, la città dove è nato Gesù sarà invasa dai turisti. Dopo un decennio nero nel quale le visite erano calate, anche a causa di attacchi terroristici e violenze in Israele e Cisgiordania, quest’anno il 95 per cento delle camere alberghiere sono tutte prenotate.

«Era molto tempo che non accoglievamo un numero tale di turisti», afferma il ministro Rula Ma’ayah a Reuters. «Ed è importante, perché il commercio è vitale per una città come Betlemme». Il pienone di quest’anno è dovuto anche all’aumento di visite in Israele, che sta registrando il 14 per cento in più di turisti rispetto all’anno scorso, soprattutto a causa dei festeggiamenti per il 70esimo anniversario dalla nascita dello Stato.

BASILICA DELLA NATIVITÀ

Quest’anno i visitatori potranno inoltre visitare una Basilica della Natività quasi completamente rinnovata. I lavori di restauro cominciati nel 2013, e che dovrebbero terminare alla fine del prossimo anno, hanno già restituito all’antico splendore mosaici e colonne dopo 600 anni. «Questo è uno dei modi per aumentare il turismo e fare sì che i cristiani, colpiti dalla crisi economica, non abbandonino questa terra», ha dichiarato all’Associated Press il sindaco di Betlemme, Anton Salman. «La chiesa è bellissima, tutti i cristiani del mondo dovrebbero visitarla».

Un altro sito storico e caro ai cristiani potrebbe presto essere meta di pellegrinaggio. Secondo il Times of Israel, 1.500 mine sono state individuate e disinnescate attorno a tre delle sette chiese presso Qasr al-Yahud, nella valle del Giordano, il luogo dove si crede che Gesù sia stato battezzato. L’area è chiusa da 50 anni a causa delle 6.000 mine disposte durante la Guerra dei sei giorni. Nel dicembre 2019 l’area potrebbe tornare finalmente agibile e le sette chiese potrebbero essere riaperte.

SOLO 47 MILA CRISTIANI RIMASTI

Tra Cisgiordania, Gaza e Gerusalemme Est, secondo un censimento del 2017, sono rimasti appena 47 mila cristiani, circa l’1 per cento della popolazione palestinese. Solo 20 anni fa, i cristiani rappresentavano invece l’1,7 per cento della popolazione. Le difficoltà purtroppo non sono finite: anche quest’anno, rivela Middle East Concern, le autorità israeliane hanno concesso pochissimi visti ai cristiani di Gaza che hanno chiesto di raggiungere per il Natale familiari e amici a Gerusalemme, Betlemme e altre città della Terra Santa. Ma i cristiani non si arrendono: «Questa è la nostra terra natale. Siamo chiamati a essere testimoni di Gesù qui. È un grande privilegio, che la maggior parte dei cristiani nel mondo non hanno».

@LeoneGrotti

Foto Ansa

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