
La scuola di Monza: non è stata rifiutata l’iscrizione al ragazzo perché gay

«Mio figlio è gay. Iscrizione negata» è il titolo di un articolo in prima pagina che appare oggi sul Corriere della Sera (lo si trova anche on line, qui). Vi si racconta una storia capitata in una scuola professionale cattolica di Monza (Ecfop). È una vicenda che, in realtà, inizia un anno fa quando vi fu una denuncia, scrive il Corriere, «per presunti atteggiamenti discriminatori a scuola nei confronti del figlio gay». Il ragazzo sarebbe stato relegato nei corridoi «dopo che tra i compagni era circolata una sua foto osè (nudo e abbracciato ad un partner)». La storia torna d’attualità perché ora l’istituto avrebbe «volutamente dilatato i tempi per concedere l’iscrizione così da far scadere i termini utili».
Raccogliendo la testimonianza del padre, il quotidiano di via Solferino scrive: «Siamo persone con un disperato bisogno di lavorare — racconta l’uomo — e non abbiamo potuto presentarci al colloquio di fine giugno tra docenti e genitori, ma avevamo avvertito che non ci saremmo stati. Poi non abbiamo fatto altro che telefonare alla scuola, volevamo i moduli per formalizzare l’iscrizione, ma ogni volta venivamo rimandati con qualche scusa, fino a che una persona in segreteria ci ha detto che il preside non voleva nostro figlio per quanto successo un anno fa».
Già un anno fa, per la verità, la scuola aveva precisato i contorni della vicenda, rendendo noto che si trattava di un caso familiare particolare, smentendo che ci fosse mai stato mai un intento discriminatorio nei confronti del ragazzo. Anzi, ciò che era stato fatto, era stato fatto per proteggerlo, non per punirlo. Ma questo, chissà perché, il Corriere non lo scrive.
«NON È ISCRITTO». Insomma, secondo la ricostruzione, il ragazzo non sarebbe stato accettato in classe perché «gay». Tempi.it ha chiesto alla scuola un commento sulla vicenda e ci hanno inviato due documenti.
Nel primo si legge: «In riferimento a notizie diffuse da un organo di stampa locale l’Ente Cattolico per la Formazione professionale di Monza comunica che il ragazzo in questione non è iscritto al nuovo anno formativo perché non ha presentato domanda di iscrizione al III corso Sala Bar entro i tempi stabiliti.
Premesso che il nostro Ente non ha mai messo in atto alcuna discriminazione in quanto accoglie ragazzi di ogni nazionalità e religione e si è sempre adoperato per l’inclusione e l’integrazione, di seguito l’elenco dei fatti.
1. A conclusione dell’anno formativo 2015/2016 la famiglia del ragazzo in questione non si è presentata all’incontro programmato per il giorno 24 giugno 2016 per i colloqui finali e per il rinnovo iscrizione per l’anno formativo in corso.
2. Durante i mesi di giugno e luglio la famiglia non si è presentata di persona né ha chiamato al telefono. Non si è avuta nessuna richiesta se non una telefonata del ragazzo in Segreteria durante la quale ha chiesto alla segretaria con quale modalità avrebbe potuto iscriversi. La segretaria gli ha riferito di richiamare nei giorni successivi in quanto in Sede non erano presenti né la tutor né la docente di riferimento del Settore. La segretaria riferisce che il ragazzo non ha più chiamato.
3. Nei primi giorni di settembre il ragazzo non si è presentato per saldare il debito in Economia e Diritto. Qualora si dovesse procedere con l’iscrizione il ragazzo dovrà sostenere la prova per il recupero del debito.
4. Il giorno 8 settembre la madre ha telefonato chiedendo con quale procedura avrebbe potuto iscrivere il figlio. Ha parlato con la docente di riferimento per il settore che ha sottolineato che non si erano fatti vivi né nel mese di giugno né nel mese di luglio e che, viste le dichiarazioni rilasciate nel mese di ottobre 2015 nelle quali la famiglia asseriva di voler ritirare il figlio da ECFoP e che lo avrebbe iscritto in altro Centro, si dava per scontato che si fossero mossi in tal modo. La docente ha chiesto il motivo della loro assenza nei mesi di giugno e luglio e a tale richiesta la madre ha risposto che era molto impegnata per lavoro, dalla mattina alla sera, e che non aveva tempo per venire di persona in ECFoP e neppure per telefonare. Ha inoltre affermato che lei non avrebbe più voluto iscrivere il figlio in ECFoP ma che il ragazzo insisteva per iscriversi.
5. Il giorno successivo, 9 settembre, la docente di riferimento ha parlato con il ragazzo il quale ha telefonato per chiedere spiegazioni in merito alla telefonata intercorsa il giorno precedente con la madre. Il ragazzo ha dichiarato di trovarsi a Roma da amici.
6. Il ragazzo, qualora si dovesse procedere con l’iscrizione, sarebbe a nostro carico in quanto attualmente sprovvisto di dote, nel frattempo convertita su altro corsista vista l’assenza della famiglia nel periodo dedicato alle iscrizioni.
E.C.Fo.P.».
NESSUNA DISCRIMINAZIONE. Il secondo comunicato è una lettera del presidente Ecfop, don Marco Oneta, al direttore dell’istituto, Adriano Corioni: «Egregio direttore, caro Adriano, ho saputo questa sera della polemica sollevata dalla famiglia del ragazzo che già lo scorso anno accusò ingiustamente la nostra scuola per una inesistente discriminazione. Ho appreso dalla ricostruzione fatta dalla docente di riferimento che non esistono altre motivazioni per la mancata iscrizione se non quella del grave ritardo con il quale il ragazzo e la sua famiglia hanno manifestato l’intenzione di continuare il percorso formativo presso il nostro ente. Comprendo benissimo il rigore della direzione e dei formatori rispetto a questo ritardo, ma al tempo stesso mi ha molto colpito nella ricostruzione della docente la diversità di posizione tra la madre, contraria all’iscrizione, e il ragazzo, che invece insiste per venire in ECFOP: mi è parsa come la migliore dimostrazione, se mai ce ne fosse stato bisogno, del fatto che, a dispetto del clamore da loro sollevato e della strumentalizzazione che ne era seguita, questo nostro alunno riconosce la bontà del nostro percorso formativo ed educativo, e non si sente per nulla discriminato nella nostra scuola. Per questo ti chiedo di considerare se, nel rispetto delle formalità previste dai regolamenti, non sia ancora possibile accettare tra i nostri alunni il ragazzo, perché possa giungere alla qualifica professionale in un ambiente educativo rigoroso e costruttivo come ECFOP. Il bene di questo giovane è l’unica cosa che ci sta veramente a cuore. Con stima, don Marco Oneta presidente ECFOP».
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74 commenti
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p.s ho un altro figlio più piccolo,quando dovrà andare alle superiori a 14 anni li dovrò chiedere se e gay o basta sapere cosa vuole fare nella vita per scegliere la scuola dove portarlo?perchè privato o publico,cattolico o non cattolico,la scuola si trova in Italia e secondo me deve seguire la legge italiana specialmente se l’istituto e privato ma finanziato dallo stato come nel mio caso.grazie
Credo che i suoi figli sarebbero più che contenti di non essere nelle condizioni di essere seguiti dai servizi sociali e di non essere esposti in piazza dai loro genitori, per fini nebulosi .
Avete trovato delle persone che gli vogliono bene, non abusate della pazienza altrui, che i giornali e le tv, annusato la bufala che servite, dopo averla sfruttata ben bene, scendono presto dal carro, che le bugie hanno le gambe corte.
ciao,io sono il padre del ragazzo,le cose sono molto semplici,noi abbiamo tutto quello che serve per smentire tutte le varianti del istituto,io vorrei tanto avere un confronto con il preside,anche televisivo e a parte le parole con carta alla mano come si dice vorrei sapere se non era discriminazione allora che cos’era?pe
Salve Daniel, capisce che è sorprendente che lei -il padre del ragazzo- scriva qui. Posso chiederle come mai non avete cambiato istituto?
Occhio che potrebbe anche essere uno dei miei alter ego.
Sono impressionato da quanti burattini si facciano manovrare dallo spauracchio del gender.
Di pedofilia dei preti o di favori fiscali al Vaticano, invece, non si parla più.
secondo me la redazione dovrebbe essere più sollecita a bannare i troll. Gente come MicheleL o Bernardetta sono qui solo per provocare e non hanno nessun interesse al dialogo. Io comprendo il dissenso dalle posizioni di questa rivista solo quando dialogante. Quando invece certi interventi sono solamente provocatori e irrispettosi , gli autori vanno semplicemente bannati a vita.
Eremita
20 settembre 2016 alle 09:24
Abbiamo già visto io e l’esercito dei miei alter ego.
Sì, perché oltre ad essere un troll, sono pure multinick.
Leggi di Più: «La libertà religiosa è sinonimo di omofobia» | Tempi.it
Eremita
19 settembre 2016 alle 19:22
“Io son qui solo per prendere in giro lei e tutti quelli come lei”
(Ibid…Sic!)
Come si vede, parafrasando Forrrest Gump, “troll multinick è chi il Troll multinick fa”.
Non è vero Gentile e cattolico Pietrangelo perchè tutto qua”?
Eremita
20 settembre 2016 alle 09:24
Abbiamo già visto io e l’esercito dei miei alter ego.
Sì, perché oltre ad essere un troll, sono pure multinick.
Leggi di Più: «La libertà religiosa è sinonimo di omofobia» | Tempi.it
Pietrangelo è chi Pietrangelo fa.
Comunque sia la scuola non ha spiegato il perché il ragazzo abbia passato una buona parte dell’anno scolastico in corridoio, fatto salvo che i compagni di classe hanno accettato la sua condizione con amicizia e che in classe lui ci stava benissimo, come i genitori hanno detto con molta convinzione.
Dubito che mettere in corridoio uno studente possa essere definito “protezione” e non discriminazione, protezione da cosa poi se in classe la situazione è normale? Sembra più una punizione così, tra l’altro illegale perché pur essendo secolare tradizione la legge impedisce di tenere uno studente “fuori dalla porta” ( parlo da insegnante).
Purtroppo questo articolo non chiarisce i dubbi più pesanti.
Marco, insegnante dei miei stivali, almeno leggi, prima di scrivere illazioni buttate lì.
Anche gli assassini conclamati dicono di essere innocenti fino all’ultimo…ma che significa che la scuola ha un’altra versione?? Cosa vi aspettavate che dicesse? “Sì, in effetti i gay ci fanno un po’ ribrezzo”? Se dovessimo dar retta a tutti quelli che si dichiarano innocenti i carceri dovrebbero essere vuoti!
“…ma che significa che la scuola ha un’altra versione”
Almeno ascoltarla? O siamo già alla presunzione di colpevolezza che diventa prova?
A me sembra molto più probabile che , per motivi che vanno dall’indecisione all’incuria, madre e figlio non si fossero iscritti in tempo e poi si sono ingolositi di tornare al centro dell’attenzione mediatica, hanno capito che sbandierare l’omosessualità paga.
( Un conoscente è stato sbattuto fuori dai test di medicina per un ritardo di poche ore nella domanda : non si è reso conto che bastava spacciarsi per gay discriminato !)
Il preside mi è sembrato una persona pacata e corretta, fin troppo corretta. E non credo che sia una persona così stupida, dopo quello che è successo l’anno scorso, da non ammettere un ragazzo al termine degli studi per una motivazione che si era già mostrata assurda e che gli aveva portato una caterva di guai immeritati.
Facile accusare gli altri tanto per, quando c’è gente che spende la vita per il prossimo ( e si intuisce la delicatezza del personale di questa scuola, anche nella vicenda delle foto ) e gente che usa le fragilità altrui, di questi ragazzi difficili, come i pessimi giornalisti del corriere.
Che tanto questo ragazzo non lo seguono mica loro nelle sue difficoltà e nei suoi dolori : lo danno in pasto a lettori , pur se consenziente, e poi chi si è visto si è visto.Se il ragazzo ha dei danni in conseguenza, come minimo una conferma che le regole si possono aggirare a piacimento, non è certo affar loro.
C’è stata una denuncia, certo che verranno ascoltate entrambe le parti! Sull’articolo del Corriere non c’è mica scritto “scuola omofoba discrimina uno studente”, ma si parla di denuncia, ovvio che deve essere tutto ancora esaminato. Non capisco tutta questa fretta per schierarsi dalla parte della scuola..
Figurati se i gay fanno “ribrezzo” ( io nemmeno riesco a scriverlo , in quel modo come l’hai scritto tu ) a una scuola cattolica, come non fanno “ribrezzo” a nessuno , qui.
A volte da questi lapsus si coglie tanto, si coglie un disprezzo celato, un non vedere la persona intera.
Mi riferivo ad Elisa, non sono pratica dei meccanismi di risposta, scusate.
Anche a me ha dato molto fastidio l’espressione usata da Elisa: a molti figuri degli omosessuali non importa un fico secco, non importa un fico secco della loro sofferenza , sotto sotto li disprezzano, ma sono utili alla causa, anche se “fanno ribrezzo”.
Del ragazzino non importa niente a nessuno, l’importante è avere un ritorno ideologico.
E’ stato anche riammesso dopo aver presentato la domanda a tempo ormai scaduto: evidentemente è una vera fortuna essere gay; fosse stato etero la domanda oltre il tempo massimo non sarebbe stata accettata. Discriminazione al contrario.
Sicuramente la famiglia del ragazzo è problematica, altrimenti non lo esporrebbe mai a tanto clamore: invece molto apprezzabile la discrezione, a tal proposito ,dimostrata dal dirigente, che non ha sbattuto in piazza i problemi dei genitori e del figlio.
Questa vicenda dimostra poi per l’ennesima volta la strumentalizzazione di persone in carne e ossa ai fini della propaganda lgbt: delle persone, che hanno magari storie dolorose, disagi, vissuti faticosi, non gliene importa niente.
Certo che il Corriere ci fa una misera figura e pure i commentatori che si sono gettati sulla notizia come cani si gettano sull’osso, con tanta bava in più, alla micheleL.
Bah, a leggere la successione dei fatti viene il sospetto che la mamma del povero ragazzo abbia cercato la polemica del tutto volontariamente , forse anche la notorietà su giornali è una droga, l’essere considerata e blandita dal pensiero dominante.
Una bella querela per diffamazione al corriere (ammesso che qualcuno lo compri ancora, quando ha finito la carta igienica).ci starebbe bene.
L’attivismo LGBT, di cui non discuto la buona volontà e i buoni propositi, difficilmente sceglie con oculatezza i cavalli su cui puntare per le proprie iniziative politico-mediatiche.
Questa faccenda mi puzza di boomerang.
Come è accaduto per la vicenda della famosa foto in cui si vedeva bimbo che “fronteggia” la marcia per la famiglia in Messico, sulla cui spontaneità oramai spergiurano solo gli irriducibili.
“Già un anno fa, per la verità, la scuola aveva precisato i contorni della vicenda”
Ovviamente non è la scuola a dover precisare i contorni, ma chi è preposto alle indagini.
” il nostro Ente non ha mai messo in atto alcuna discriminazione […] e si è sempre adoperato per l’inclusione e l’integrazione”
E questo è falso per definizione:
una scuola cattolica è confessionale e agisce secondo la dis-educazione cattolica per la quale l’omosessualità è una disfunzione e un gay deve essere “riparato” perchè contro la natura del signore (che lo ha fatto nascere gay..).
Quindi come puo maturare senza condizionamenti?
” non si sente per nulla discriminato nella nostra scuola”
Che lo reputa pervertito e malato… più discriminato di cosi!
Ha sbagliato la famiglia a portarlo in una scuola cattolica.
E’ come se una famiglia porta una figlia ad una scuola islamica e poi si lamenta che le fanno mettere il burqa!
E’ proprio per queste discriminazioni che le scuole religiose non dovrebbero essere consentite, rappresentano la nemesi di una scelta educativa.
se per lei non vanno bene le scuole cattoliche private mandi tuo figlio in una scuola pubblica, Il problema dov’è? Gia in Inghilterra hanno fatto ricorso due gay sposati civilmente contro la Chiesa perchè aveva rifiutato di sposarli. Il problema è vostro quindi, cercate di cambiare voi piuttosto
Sa dov’è il problema Fabrizio? Che gli adolescenti gay, soprattutto a causa del taboo dell’omosessualtà, si rendono conto dei loro sentimenti magari a 16 o 17 anni e sono già iscritti alla scuola cattolica. Che fare? Rispettare la sessualità dei ragazzi sarebbe il minimo, non crede?
Poi sulla vicenda non commento, perchè non è chiara affatto. In ogni caso il fatto che i genitori lo abbiano voluto re-iscrivere e che la scuola abbia accettato l’iscrizione (notizia di oggi, forse non era così in ritardo…), mi dà un segno positivo di distensione.
Inoltre c’è un altro “problema”: nei piccoli centri non ci sono risorse per avere due istituti dello stesso indirizzo e se ce n’è uno religioso, non si può scegliere altro. Anche su questo si dovrebbe riflettere: o permettere istituti religiosi solo se esiste una scuola statale dello stesso indirizzo nei pressi, o chiedere che non vi siano discriminazioni, il che sarebbe anche meglio.
Te pareva che non arrivava la canea LGBT ad abbaiare fesserie sul sito di Tempi! Sono allo stesso livello dei giornalisti del Corriere: sparare cazzate.
Come quello che scrive “una scuola cattolica è confessionale e agisce secondo la dis-educazione cattolica per la quale l’omosessualità è una disfunzione e un gay deve essere “riparato” perchè contro la natura del signore (che lo ha fatto nascere gay..)”.
Io sono stato 4 anni della mia vita in una scuola cattolica, e nessuno ha mai pensato di “riparare” i gay.
Sono invece le scuole statali di adesso che vogliono “riparare” quelli che non la pensano come vorrebbe la dittatura LGBT.
Ma sì, diamogli pure del “cane” all’interlocutore, specie se è gay. Nemmeno un po’ omofobo e di certo aperto al dialogo. Come se io avessi scritto un posto provocatorio. L’omofobia acceca con l’odio. Non stupisce se poi trasudi in diversi contesti.
Angelo, non ci faccia caso, il nostro MicheleL, data la lunga abitudine a monologare coi semafori, crede di potersi permettere pure di far finta che certi termini non abbiano anche un significato figurato, spesso più comunemente usato di quello originario.
Per cui la canea di cui parla Angelo si riduce letteralmente al baccano che fanno le mute di cani quando inseguono la selvaggina.
Ma non pensate male, in realtà il buon MicheleL intendeva fornire un interessante “spunto di riflessione” rispetto al tema dell’articolo, esemplificando in prima persona cosa son disposti inventarsi gli psico-attivisti LGBTQ per poter impersonare il comodo ruolo dei poveri perseguitati.
il diritto allo studio prevede di non fare discriminazioni in base al sesso, religione o razza. Quella invece in base all’orientamento sessuale è solo un imposizione con olio di ricino delle lobbygay a scuole cattoliche dove però non si nega la presenza di omosessuali.Ma il presupposto per molti genitori è che i loro figli a scuola vengano educati con materie scolastiche non contrarie alla morale cristiana, come invece lo sarebbero quelle su l’educazione sessuale o contro il bullismo ( scritte invece a tavolino da associazioni atee anticlericali e omosessualiste, vedi OMS-CDU-ILGA ) .Se ci fossero poi insegnanti in dette scuole che veicolassero gli studenti a trovare altre tendenze sessuali, allora in questo caso andrebbero cacciati all’istante. Ci sono in Italia moltissime scuole private non confessionali dove insegnare, devono andare a rompere le scatole proprio in quelle religiose?
L’olio di ricino, fu concretamente usato contro persone proprio per il loro orientamento. Si risparmi quindi questi assurdi paragoni.
Anche durante il fascismo non si negava la presenza di omosessuali, come non si nega la presenza di cristiani negli stati islamici (i “dhimmi”), ma vede, Fabrizio, la scuola, anche privata, anche religiosa, ha una essenziale ruolo formativo.
Per l’indottrinamento ci sono corsi appositi che nessuno nega siano liberi di insegnare la loro morale, ma la scuola deve essere rispettosa di tutti e quella sentimentale è una dimensione identitaria che non si può pretendere una persona lasci “fuori dalla porta” di un luogo di istruzione.
Quanto al bullismo, la prego di notare come gli omosessuali nelle scuole e più in generale i diversi in ogni ambito ne siano bersagli classici.
Lei confonde la scuola con la canonica. Cacciare all’istante insegnati dalle scuole private perchè non aderiscono ai dettami ideologici della direzione? Si rende conto della gravità di quello che sta dicendo?
Come dire che un insegnante in una scuola privata di proprietà islamica dovrebbe poter essere cacciato perchè insegna che è giusto dare la mano anche alle donne! Con buona pace della Costituzione e della libertà dell’insegnante! Lei dice cose molto gravi perchè pensa di essere nel giusto senza dubbio, con tutta evidenza non è così.
I giovani non sanno ancora quale sarà il loro orientamento e non c’è scuola che tenga per cambiarlo, esso si svilupperà comunque. Si può tarpare, traumatizzare e rallentare, ma non si può cambiare. E questo è vero per omo e etero-sessualità.
Il sesso, come l’orientamento sessuale, non si sceglie (mentre la religione sì…) e non è ammissibile essere discriminati in base ad esso.
Quindi l’idea di cacciare un insegnante perchè illustra ai ragazzi ogni possibile sviluppo del loro orientamento, permettendo che sia sereno, è il vero atto criminale, perchè è violenza psicologica sui ragazzi si stampo omofobo.
Per inciso: non c’è nulla di male nell’essere omosessuali, perchè pare che per lei un ipotetico e improbabile rischio di promuovere questo sano e naturale orientamento sia lecito motivo di allontanamento di un prof.
C’è ancora molto da fare in questo paese per contrastare l’omofobia.
“.. quella sentimentale è una dimensione identitaria che non si può pretendere una persona lasci “fuori dalla porta” di un luogo di istruzione.”
Venendo al sodo che intendi? Se Tizio si innamora ci facciamo un consiglio di classe? Dibattito?
Guarda che una lezione funziona così: prof entra, saluta si spera ricambiato, parte con spiegazione/interrogazione SULLA MATERIA di competenza.
Non sono lì per fare gli amici/confidenti e raccontarsi “le dimensioni affettive identitarie & connessi”.
Immagini due studenti, hanno, come molto spesso accade una relazione. Ora, capita che questi due studenti, perchè sono di etnie diverse, vengano attaccati con atti di bullismo da alcuni altri perchè secondo loro non dovrebbero avere quella relazione.
Mi pare opportuno che i docenti procedano nello spiegare che non c’è nulla di male in una relazione tra diverse etnie, prendendo atto che c’è nulla scuola un problema di razzismo e bullismo con alcuni studenti. A lei non pare opportuno?
Ecco, al posto della questione etnica metta quella dell’orientamento sessuale e ha la sua risposta. E siccome il problema dell’omofobia è oggi forse più sentito di quello del razzismo mi pare il caso di fare qualcosa.
Il problema della discriminazione di genere è analogo, perchè si basa sul sesso di una persona e in quel quadro è sensato procedere a dar agli studenti le informazioni necessarie per capire che non c’è ragione per considerare strana una ragazza che vuole fare ingegneria oppure uscire con una sua compagna di classe per cui prova, ricambiata, affetto.
E io non credo lei sarebbe un buon insegnante. La scuola è anche il luogo in cui emergono problemi familiari (non si può mica organizzare i servizi sociali per intervistare ogni ragazzo!) e i docenti hanno anche il compito di aiutare ragazzi in difficoltà.
Se il docente di matematica entra in classe e durante la lezione volano paroloni come “sporco n3gro” o “gas all’ebr3o” (censuro queste frasi per la loro scelleratezza) penso debba fermarsi e chiarire ai bulli in questione che il razzismo o la discriminazione per motivi religioni è molto grave. Allo stesso modo il docente ha il compito di chiarire che “fr0cetto” non è il modo per rivolgersi ad un compagno di classe gay. E se il docente ritiene che i razzisti/antisemiti/omofobi di turno (spesso queste tare viaggiano assieme…) debbano essere informati più correttamente, per fargli capire la gravità della cosa, ha il dovere di integrare la lezione con concetti di educazione di base al rispetto del prossimo.
Perchè vede, Andrea, se lo stesso accade all’università o in generale tra maggiorenni, ci sono i margini per una querela e si spera di evitare di arrivare a tali misure estreme, anche grazie alla scuola. Quella scuola che lei vorrebbe ignorare ha anche a che fare con casi sociali gravi, solo perchè è troppo preoccupato dalla sua omofobia.
Vivi sulla luna e non sai di cosa parli.
Per la cronaca ho anche insegnato in istituti tecnici.
Nemmeno te li immagini quali siano i VERI problemi della scuola.
P.S. Mi rendo conto ora che lei non ha nemmeno letto la mia risposta. Se lo avesse fatto non avrebbe preteso che le scuole religiose possano fare quello che gli pare in relazione all’orientamento degli alunni oppure perchè ci sono anche scuole private (fatto non vero in molti piccoli centri). Pensa che per risolvere i contrasti sociali sia sufficiente ignorare quello che dice chi non le pensa come lei? E poi mi viene pure a parlare di olio di ricino…
“Mi rendo conto ora che lei non ha nemmeno letto la mia risposta.”
Uno si dà tanto da fare per divulgare presso l’incolto uditorio i propri concettosi soliloqui etil-semaforici e l’incolto uditorio medesimo se ne frega altissimamente.
Che onta!
🙂
“Sa dov’è il problema Fabrizio? Che gli adolescenti gay, soprattutto a causa del taboo dell’omosessualtà, si rendono conto dei loro sentimenti magari a 16 o 17 anni e sono già iscritti alla scuola cattolica.”
Capito Fabrizio? Per questo le associazioni LGBT si fanno in quattro per smerciare il gender fin dall’asilo nido.
Così i pargoli quando arrivano alla materna possono già fare “outing”. 🙂
Lasci perdere Eremita, Fabrizio, è un poveretto ossessionato dal sottoscritto, che non ha altro da fare che il troll e il disturbatore (per sua stessa ammissione):
Eremita
20 settembre 2016 alle 09:24
Abbiamo già visto io e l’esercito dei miei alter ego.
Sì, perché oltre ad essere un troll, sono pure multinick.
Leggi di Più: «La libertà religiosa è sinonimo di omofobia» | Tempi.it
Eremita
19 settembre 2016 alle 19:22
“Io son qui solo per prendere in giro lei e tutti quelli come lei”
(Ibid…Sic!)
“Lasci perdere Eremita, Fabrizio, è un poveretto ossessionato dal sottoscritto”
Già ho tutti i suoi LP e il suo poster appeso nella mia cameretta. 🙂
Saluti al suo amico semaforo.
Target: bambini dell’asilo.
Copio e incollo, e se il nostro comune amicoL pensa sia uno “spaccato” ho altri 71 esempi di luminose iniziative LGBT mirate al mondo della scuola (prima infanzia bersaglio preferito) Qui si parla di Merano, BZ, 2015.
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La Biblioteca Civica del Comune di Merano – su iniziativa dell’Assessorato alle pari opportunità ed in attuazione delle politiche femminili – ha realizzato una bibliografia specifica, consigliata dalla dott.ssa Chiara Baiamonte, per liberare i bambini e le bambine dalla trasmissione, anche inconsapevole, dei cosiddetti stereotipi di genere. È stato quindi distribuito alle educatrici degli asili nido e delle scuole dell’infanzia un pacco di libri privo di detti stereotipi.
L’iniziativa s’inquadra nell’ambito del cosiddetto Piano di azione per l’uguaglianza tra donne e uomini. Secondo l’Assessorato alle Pari Opportunità, infatti, gli stereotipi di genere hanno una ricaduta negativa nella vita di moltissime donne, che le spingono a scegliere occupazioni ricalcate sui ruoli tradizionali del lavoro domestico e di cura del prossimo (infermiere, maestre, segretarie, assistenti sociali ecc…), con retribuzioni più basse, scarsa qualificazione e ridotte prospettive di carriere.
Sulla vicenda è intervenuta Generazione Famiglia – La Manif Italia che ha affermato: “Visionando alcuni dei libri è chiaro, invece, che attraverso il racconto, gli autori intendono presentare ai bambini modelli diversi dalla famiglia fondata su mamma e papà e introdurli al tema tutt’altro che scientifico della “transizione” da una identità di genere all’altra, a seconda delle sensazioni. Le storie narrate non hanno alcuna funzione preventiva rispetto alla complessa e fondata problematica della discriminazione della donna in ambito lavorativo e sociale in generale”. A puro titolo di esempio si riportano stralci testuali dei libri adottati.
nei-panni-di-zaff-1“Nei panni di Zaff” di Maria Francesca Cavallaro.
Zaff si era proprio scocciato: e va bene ho il pisello, ma che fastidio vi da? Lo nasconderò ben bene sotto la gonna, i pizzi e i fiocchi!… Ma lo sai che 6 strano?! Non sarai mica…un gay?…Veramente…io ve l’ho detto cosa sono, inizia con la P….. (principessa, n.d.r.)…. Io sono la principessa sul pisello…Voglio fare il portiere della squadra di calcio…E detto questo si sfilò prontamente il vestito a merletti e fili d’oro e lo consegnò a Zaff… Sarai la principessa col pisello…il segreto per vivere per sempre felici e contenti essere ciò che sentivano di essere… Pensi che farai la principessa per molto tempo? Non lo so, sicuramente finchè ne ho voglia….”
mi_piace_spiderman“Mi piace Spiderman….e allora?” di Giorgia Vezzoli.
Il papà allora ha detto che bisogna giocare con le cose che ci piacciono ed indossare quello che vogliamo, senza pensare se è da maschio o da femmina…..Ho chiesto a papà se Anna e Claudia sono sposate perché vivono assieme, e lui mi ha detto di no ma che è come se lo fossero. Adesso so che quando sarò grande potrò avere un fidanzato o una fidanzata…. Mamma e papà stanno scrivendo un libro con le loro poesie da regalare ad Anna e Katia che vanno a sposarsi in Svezia, perché qui da noi non lo possono fare…
“Piccolo uovo” di Francesca Pardi. (Foto di copertina)
“Ehi, ma voi siete una famiglia?” – “Si!” – dissero le due mamme insieme al loro gattino…. “Pure voi siete una famiglia?” – “Si!” – risposero i due papà insieme ai loro piccoli….
“Chiediamo alle Istituzioni preposte di intervenire e verificare se il gruppo di esperti che ha ideato il progetto si sia fondato su parametri psicopedagogici scientificamente fondati; se il “pacco libri” è stato concordato con i genitori e le loro associazioni; se l’omogenitorialità e i modelli comportamentali che suggeriscono ai bambini di “transitare” da un genere all’altro possono considerarsi misure coerenti rispetto all’obiettivo dichiarato (prevenire la discriminazione delle donne in ambito sociale); se, ai bambini che frequentano l’asilo nido e la scuola materna, è giusto rappresentare come dati acquisiti tematiche attualmente oggetto di dibattito parlamentare oltre che scientifico” conclude La Manif.
Gentile Andrea,
la storia del Piccolo Uovo e di Zaff sono vecchiotte ormai, soprattutto per il ritmo a cui crescono i bambini. E anche grazie all’eco del terrorismo del fantomatico gender, ben note.
I fenomeni illustrati da quei libri -che sono appunto ALCUNI- di quelli per promuovere la parità di genere, sono reali. Le chiedo: dobbiamo nasconderli? O forse dobbiamo trovare un modo per far presente ai bambini la realtà, che esiste?
Il punto è che lei presume che un bambino che vuol essere una eroica principessa è qualcosa da nascondere, magari da “correggere”. Ma lei, (che è esperto ormai 😉 ) sa che: primo non è necessario, secondo non è nemmeno possibile.
Ed esistono anche le coppie omosessuali, impossibili da “nascondere” a meno di spedire il piccolo a formarsi su un’isola deserta (al “confino”…) e queste coppie hanno talvolta dei figli, possibili compagniucci di scuola.
ALCUNI dei libri sulla parità di genere esplorano e fanno conoscere la realtà, che è anche in ALCUNI casi quella dell’omosessualità. Quella realtà per cui se un alunno ha foto osè con la fidanzata sul web, non succede nulla, se ce le ha con il fidanzato lo si allontana dalla classe…
La MAGGIOR parte dei testi presenta la MAGGIOR parte dei fenomeni, ovvero eterosessuali. Ovvero che anche le donne possono essere buoni ingegneri, che la mamma può accomodare l’auto bene come papà, che può fare un ottimo rammendo. Che anche le bambine possono giocare con le macchinine e i bambini con le barbie. In ALCUNI casi questo fatto di “fare” si mescola con l'”essere” e ci sono implicazioni sentimentali e familiari.
Andrea, queste cose sono vere, reali, e l’idea che siano sbagliate e da nascondere è il vero errore.
Il punto, Andrea, è che non c’è nulla di male e che la Manif non è “pour tous” ma “contre quelqu’en” e sappiamo bene chi, anche se pare sia meglio non nominarlo affatto e cancellarlo pure da ALCUNI libri…
“Ciò che rende diversa la cultura gay da quella etero è la convinzione che il sesso in giovane età sia positivo e che l’unico modo per produrre un altro omosessuale è attraverso un’esperienza sessuale PRIMA che il ragazzo possa essere “rovinato” dall’attrazione verso le ragazze.” – Moira Greyland
“Chi critica la presenza di animali al circo vuole farsi solo pubblicità, perché chi ama gli animali li tiene con sé. Io adoro gli elefanti, hanno l’intelligenza di un bambino di quattro anni. Pensate che uno costa 160 mila euro, perché dovrei trattarlo male?” – Moira Orfei (ben più nota)
Oppure:
“La pedofilia posso capirla, l’omosessualità non lo so”. “I bambini li conosco, purtroppo cercano affetto perché non ce l’hanno in casa e qualche prete può anche cedere. Dico questo”
Don Dino Flaim, prete cattolico (2015)
O ancora:
Eremita
20 settembre 2016 alle 09:24
Abbiamo già visto io e l’esercito dei miei alter ego.
Sì, perché oltre ad essere un troll, sono pure multinick.
Leggi di Più: «La libertà religiosa è sinonimo di omofobia» | Tempi.it
Che a un pagliaccio fosse più nota Moira Orfei di Moira Greyland ci si poteva scommettere. 🙂
P.S.: e quel bel “nascondi tutto” che ha attribuito a Ratzinger che fine ha fatto?
Eremita
19 settembre 2016 alle 19:22
“Io son qui solo per prendere in giro lei e tutti quelli come lei”
Fedele alla linea, mi pare. 🙂
Ma come sei semaforico e lampeggiante.
1)ALCUNI? Vogliono rifilarlo a TUTTI i pargoli sta roba
2) bypassando il consenso dei genitori
3)imponendolo a TUTTI i docenti codesto psicoverbo
4) e non è roba vecchia, si parla 2015
5) e non e’ uno spaccato, ho altre 71 psicoperle di casi da proporti.
Saluti.
Che furbetto che sei. Non si vuole nascondere nessuno.
Solo impedire che fin dall’asilo venga inculcata la cultura che fabbricare figli a contratto sia normale.
Fatti loro come li fanno. E quei ragazzi e pargoli sono come tutti gli altri.
Bisogna forse fare un trattato sul divorzio in classe se uno dei ragazzi e’ figlio di genitori separati?
Studiare Pannella?
1) Alcuni libri Andrea.
2) E come? Tappi nelle orecchie all’uscita da scuola? Andiamo…
3) I docenti sono liberi di insegnare come preferiscono. Le ricordo inoltre i 25.000 docenti direttamente o indirettamente nominati dalla curia e presenti in relazione a ogni singola classe.
4) E’ arcinota e non ci vedo scandalo
5) Proponga. Fino ad ora l’unica reazione concreta dei genitori è “tutto qua?”
6) Non si vuole nasconderlo? Sarei curioso di sapere come lei pensa di mettere a parte i giovani dell’esistenza dell’omosessualità e dell’omogenitorialità. Prego, così compariamo il testo da lei proposto con quelli di cui lei pretende di scandalizzarsi.
7) Siamo d’accordo, sono come tutti gli altri, meritano la stessa comprensione, che passa per la consapevolezza di come sono veramente quelle famiglie
8) Un trattato no, ma di certo un’oretta per spiegare di cosa si tratta è opportuna. Occorre dare gli strumenti a tutti i compagni per comprendere cosa sta succedendo al loro compagno o ai loro compagni che attraversano il difficile momento della separazione.
“Gentile Andrea, per quanto io possa essere in disaccordo con alcune cose che può insegnare la scuola, questa non mi scalzerà mai dal mio ruolo educativo, perchè un genitore etc”
“Io ho avuto occasione di vedere le dispense usate per fare le lezioni di educazione sessuale e al rispetto alla diversità nella classe di mio figlio in terza media e le assicuro che non ho trovato nulla di sconvolgente, anzi… quando le ho viste, assieme ad altri genitori, la reazione è stata unanime: “Tutto qua?”
–
Ciò scritto da tale “Pietrangelo”, il sedicente “cattolico” e pubblicato il 18 settembre 2016 alle ore 22:02
a commento dell’articolo “Se i corsi antidiscriminazioni discriminano” su “Tempi.it”
–
Notiamo oltre al “tutto qua” anche l’accento sbagliato sulla “e” finale di “perché”.
Ma badate bene che l’unico troll multinick qui sono io e, ovviamente, “il vile Stoppani” 🙂
A Maiorca, Trollona semaforica! 🙂 🙂 🙂
Eremita
20 settembre 2016 alle 09:24
Abbiamo già visto io e l’esercito dei miei alter ego.
Sì, perché oltre ad essere un troll, sono pure multinick.
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Giannino Stoppani
11 luglio 2016 alle 12:56 (dopo la prova che lo incastrava)
Allora ho deciso non solo di continuare, ma di rilanciare diventando di fatto un multinick come tanti ce ne sono (Orzowei debbo dire è stato quello che mi ha dato più soddisfazioni!).
Leggi di Più: Buona scuola. Gender nella bozza linee guida Miur | Tempi.it
:*
Beccato con le mani nella marmellata! 🙂
Uh! Quasi scordavo!
“Gentile Andrea,”
MicheleL 22 settembre 2016 ore 11:09
“Scuola Monza: nessuna discriminazione a gay” su Tempi.it
E poi:
“Gentile Andrea,”
“Pietrangelo” 18 settembre 2016 ore 22:01
“Se i corsi antidiscriminazioni discriminano” su Tempi.it
E infine
“Gentile Semaforo,” 🙂
Eremita
20 settembre 2016 alle 09:24
Abbiamo già visto io e l’esercito dei miei alter ego.
Sì, perché oltre ad essere un troll, sono pure multinick.
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Poveraccio, è talmente pieno di sé che non si rende minimamente conto di essere la macchietta del sito.
Eremita
19 settembre 2016 alle 19:22
“Io son qui solo per prendere in giro lei e tutti quelli come lei”
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Confermo pienamente, prenderla in l’unica cosa sensata da fare con lei, visto che ha la capacità di mettersi in discussione di un semaforo fuori servizio.
E francamente la cosa mi diverte tanto, visto che la sua ottusa paturnia per l’ultima parola fa sbellicare.
Tappi nele orecchie? Ma che caspita dici?
A TUTTI i ragazzi e’ dovuto il rispetto.
La questione omogenitorialità e il giudizio su di essa spetta ai genitori e nulla ha a che fare con l’omofobia.
E la scuola (e men che meno il nido) non e’ il luogo ove farci dibattiti ideologici e INDOTTRINAMENTI OBBLIGATORI a TUTTI i DOCENTI e A TUTTI gli INFANTI.
P.s: pensa solo a cosa accadrebbe se a tutti i docenti fosse fatto obbligo di corsi curricolari di catechismo cattolico.
1) I genitori a casa ci saranno, il loro consenso a quelle idee o il loro dissenso lo potranno esprimere. Il padre radicalizzato potrà contrastare l’idea che il figlio stringa la mano a una donna e penso avrà facilmente successo.
2) Cosa vuol dire rispetto? Non vuol forse dire anche permettere loro di vivere la loro affettività in modo consapevole e sereno?
3) Il giudizio sull’omogenitorialità non spetta a nessuno, a voler essere precisi. Al limie spetta ai servizi sociali e alla scuola vigilare su tutte le famiglie. Che ne sanno gli altri genitori? Il rispetto alle famiglie è dovuto, a tutte.
4) I docenti non vengono indottrinati, vengono formati e aggiornati. Vengono loro forniti i mezzi per farsi un giudizio. Saranno liberi di insegnare come ritengono sia corretto, ma l’omofobia e la mancanza di rispetto per le famiglie non è questione negoziabile. Il giudizio, come ho detto, spetta alla società, agli studenti correttamente informati, e oggi è innegabile che i giovani e in generale chi non è a contatto con un omosessuale abbiano molti pregiudizi, a causa dell’ignoranza, soprattutto.
Ignoranza che si contrasta a scuola, che esiste per questo.
5) Il catechismo cattolico insegna dogmi, presentati come tali. Per altro un notevole frazione del corpo docente è oggetto di tale formazioni, glielo ricordo. La formazione degli insegnati sulle questione del rispetto di genere presentano nozioni e possibili deduzioni, che possono essere oggetto di diverse opinioni. Ecco la differenza. Infine la prego di notare che praticamente tutti gli insegnanti ha una formazione culturale cattolica.
Ma piantala di lampeggiare.
Senza fare lenzuoli:
“..permettere loro di vivere la loro affettività in modo consapevole e sereno?..”
Ma chi glielo impedisce? Ma secondo te un insegnante si mette a fare una lezione polemica sul ragazzo di un ragazzo? O ragazza|ragazza? O su chi si innamora di chi fra i suoi alunni?
E i bambini dell’asilo? Almeno quelli vuoi lasciarli in pace o no? secondo te si sta, OGGI, a questionare sulle loro consapevolezze affettivo/sessuali/transpsicomenatevarie di treenni inquieti?
E’ questo che fanno gli educatori dei nidi?
IMPEDISCE?
Ma che paroloni usi?
Ma dai…. ….ma lo capisci che a leggerti si arriva sempre a un punto che non si sa se prenderti in giro o prenderti in cura?
Assumo che il resto dei punti che lei non tocca vadano bene.
1) Chi impedisce ad un adolescente la cui affettività e sessualità è coperta sotto un taboo e per di più ammantata da una generale omofobia? Da dove vuole che cominci?
Andrea, la scuola attraverso soprattutto le materie umanistiche, aiuta a capire anche i sentimenti, sia i nostri che quelli degli altri.
2) L’asilo è il primo passo verso la comunità, per molti bambini, che iniziano a scoprire che esistono altre famiglie e altri bambini, con la loro personalità e identità.
In questo variegato mondo, quasi tutti i bambini hanno una mamma e un papà, e alcuni hanno due mamme o due papà. E’ un concetto piuttosto basilare e un libricino che illustra la cosa è di certo utile a rispondere alle domande dei piccoli in relazione alla realtà.
Bambini di 4 anni che dicono al compagnuccio “non devi giocare con le bambole, sei un maschio”, ce ne sono (emuli di ciò che hanno appreso a casa) e il passo successivo verso “non devi fare ingegneria, sei una donna” penso sia breve. Gli stereotipi di genere li trova anche all’asilo e anche all’asilo può esserci l’opportunità per iniziare a costruire un mondo in cui la differenza sia compresa e diventi ricchezza e non limitazione.
3) A parte il fatto che non mi pare di aver scritto “impedisce” prima di questo messaggio (ma forse lei si ricorda un messaggio vecchio…) non mi pare un “parolone”. Lei è quello che fa le sparate e si scandalizza, ricorda? 😉
Stia calmino Andrea, che fa tanto clamore per poi svanire dopo qualche messaggio. Apprezzerei più coerenza, ma sa che in questo sito quanto a discussione sono piuttosto tollerante.
“L’asilo è il primo passo verso la comunità”…
… Sì, la comunità di recupero, se lo si lascia in mano ai questi pervertiti ideologizzati del cavolo.
E con quale pomposa sicumera costui sciorina le sue sentenze luogo-comuniste.
Ciò, c’è da scommetterlo, lo fa pure senza avere la più vaga idea di cosa voglia dire DAVVERO essere genitore.
E’ una comica.
P.S.: i bambini dell’asilo credono a papà natale, e per loro apprendere che il loro amichetto ha due mamme equivale ad apprendere che il fratellino prossimo venturo nascerà sotto un cavolfiore. Il vero intento di questi “educatori” è ancora quello di Mario Mieli: impedire alla famiglia di “educastrare” il pargolo.
Eremita
19 settembre 2016 alle 19:22
“Io son qui solo per prendere in giro lei e tutti quelli come lei”
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Lo capisce anche il semaforo che la prendo in giro, ma se ama tanto ripeterlo, chi sono io per giudicarla?
caro andrea, hai mille ragioni. e per vedere dove porti la demolizione degli stereotipi basta guardare le partite di calcio femminile……ofelè fa ‘l to mistè!!
Il problema? I problemI …
e sono lì…proprio lì .. nel dare in pasto i bambini e i ragazzi alla diseducazone della superstizione, di una formazione confessionale parziale e priva di ogni spirito critico e piegata agli interessa di un’organizzazione privata religiosa dichiaratamente ostile al pluralismo, alla democrazia, alle leggi dello Stato (quando non le fanno comodo ovviamente) e alla ragione.
Il problema è nel palgio e nel pedoproselitismo, che rende le persone fin dall’infanzia soggette psicologicamente a miti e rituali.
E’ un problema morale e sociale è un problema di tutti, e su questi temi perfino l’ONU ha denunciato la dottrina della chiesa.
Siete voi non solo a dover cambiare , ma a smettere di circuire le persone e i bambini.
E solo in fondo , solo alla fine è anche un problema economico visto che gravate sulle casse dello Stato (e piantatela con la cretinata degli 11 miliardi di risparmio).
BENEDETTA
quanto odio ingiustificato nelle tue parole piene di menzogna, credo dovresti andare a vivere in Svezia dove hanno già abolito il lui e la lei, ma tutti sono neutri e si chiamano esso.
Esso porta alla solitudine e alla confusione.
L’uomo è stato creato maschio e femmina a immagine e somiglianza di Dio e posto al vertice dell’universo e Dio tanto ama l’uomo e la donna facendo dono della libertà del libero arbitrio.
ma l’uomo e la donna nella loro libertà hanno rifiutato Dio e con questo atto il male e la morte sono entrate nell’umanità e lo stesso universo si è corrotto.
Togli Dio e la tua persona qualsiasi uomo si crea degli idoli chi il denaro chi il sesso chi l’odio verso il creatore e tutto ciò che lo rappresenta.
ma niente può cambiare la realtà della persona uomo e donna e della loro relazione tutto ciò che è al di fuori è menzogna e la menzogna distrugge
Ti sbagli come un ciuccio: al momento al vertice dell’universo per quello che ne sappiamo ci sono prima i batteri, poi i vurs, diversi protisti, poi insetti come gli scarafaggi , poi i topi e dopo … un bel po DOPO c’è l’uomo,
che non perde occasione per dimostrarsi inferiore distruggendo ed esaurendo le risorse naturali,
inquinando il proprio habitat (non a caso l’unica specie deficente a farlo) e sopratutto riproducendosi senza controllo, innescando cosi una spirale di distruzione: l’uomo è l’unica specie ad essere una minaccia per l’intero pianeta.
E poi c’è gente come te che crede ai morti che camminano, alle apparizioni di luce ecc…
Quindi caro Viccrep l’uomo è in CODA alla creazione dell’universo, giusta immagine di un dio che semina sempre morte e distruzione.. prima dell’uomo, dopo dell’uomo e durante l’uomo.
L’Universo è sempre stato cosi: con la vita.. e con la morte.
Apri gli occhi dai che siamo nel 2016, che sei cresciuto…
.. .a propposito .. scusa Viccrep ma quanti anni hai?
Ti hanno già detto che Babbo Natale in realtà non esiste? I regali li comprano i genitori.. e te li mettono sotto l’alberello…. come? non ci credi?? ahi ahi…
mi sa che sei proprio su un binario morto!
Ben arrivata, Bernadetta! Prima della lista. Che prontezza di riflessi! Cosa fai nella vita? Stai a curare i siti “omofobi”, per essere la prima ad inserire commenti? E’ un caso, o siete una organizzazione che si “dedica” a questa attività? Non avete niente di meglio da fare nella vostra vita? Magari andare a lavorare….
Comunque sappi che io sono stato 4 anni della mia vita in una scuola cattolica, e nessuno ha mai pensato di “riparare” i gay. Non gliene fregava proprio niente a nessuno dei gay e di “ripararli”. Ma pensa te!
Ma perchè devi sparare idiozie a ruota libera?
Fra l’ altro, sappi che sono invece le scuole statali di adesso che vogliono “riparare” quelli che non la pensano come vogliono i LGBT. Milioni di euro dei contribuenti per indottrinare la gente. Che vergogna. Siamo come nel regime nazi-fascista.
“Non avete niente di meglio da fare nella vostra vita? Magari andare a lavorare…”
Se andassero a lavorare non potrebbero lamentarsi di essere discriminati. 🙂
“chi è preposto alle indagini…”. Appunto.
E allora perchè i giornali buttano in giro notizie diffamatorie, senza contraddittorio e solo sulla base delle dichiarazioni dei genitori del ragazzo?
Esempio della vostra “democrazia” e senso etico?