L’omelia non deve essere lunga né «uno spettacolo di intrattenimento», non deve «sembrare una conferenza o una lezione (…) puramente moralista o indottrinante» e neanche trasformarsi in una pura «lezione di esegesi». Ben 19 pagine della Evangelii gaudium, l’esortazione apostolica scritta da papa Francesco e resa nota ieri, sono dedicate alla preparazione dell’omelia da parte dei sacerdoti.
CONSIGLI PER L’OMELIA. Secondo il Papa, il sacerdote «deve lasciarsi commuovere dalla Parola e farla diventare carne nella sua esistenza concreta» prima di esporla agli altri. Per questo è necessario dedicare «un tempo prolungato alla sua preparazione», perché «l’omelia è il dialogo di Dio col suo popolo» e «deve dare fervore e significato alla celebrazione». Francesco consiglia anche ai preti di «parlare con immagini» e «di non pensare a quello che il testo [evangelico] dice agli altri per evitare di applicarlo alla propria vita».
POTENTE “NO” ALL’ABORTO. Tra i tanti argomenti trattati nella Evangelii gaudium c’è anche quello dell’aborto, perché non solo i poveri vengono esclusi dalla società ma anche «i nascituri, che sono i più indifesi e innocenti di tutti, ai quali oggi si vuole negare la dignità umana al fine di poterne fare quello che si vuole, togliendo loro la vita e promuovendo legislazioni in modo che nessuno possa impedirlo».
Il Papa sottolinea che «frequentemente per ridicolizzare allegramente la difesa che la Chiesa fa delle vite dei nascituri, si fa in modo di presentare la sua posizione come qualcosa di ideologico, oscurantista e conservatore. Eppure questa difesa della vita nascente è intimamente legata alla difesa di qualsiasi diritto umano (…) Se cade questa convinzione, non rimangono solide e permanenti fondamenta per la difesa dei diritti umani, che sarebbero sempre soggetti alle convenienze contingenti dei potenti di turno».
«NESSUNA “MODERNIZZAZIONE”». Su questo punto nessuno deve aspettarsi “aperture”: «Proprio perché è una questione che ha a che fare con la coerenza interna del nostro messaggio sul valore della persona umana, non ci si deve attendere che la Chiesa cambi la sua posizione su questa questione. Voglio essere del tutto onesto al riguardo. Questo non è un argomento soggetto a presunte riforme o a “modernizzazioni”». Perché «non è progressista pretendere di risolvere i problemi eliminando una vita umana». Ecco perché chiede anche alla Chiesa di fare di più per «accompagnare le donne che si trovano in situazioni molto dure, dove l’aborto si presenta loro come una rapida soluzione alle loro profonde angustie».