Almeno 104 persone sono state uccise da quando sono cominciate le protsete antigovernative in Libia lo scorso 16 febbraio, secondo la ong Human Rights Watch. Venti sono morte ieri a Bengasi a causa delle armi da fuoco usate dall’esercito per reprimere le proteste.
Le proteste sono contro il leader da 42 anni al potere, Muammar Gheddafi, e si svolgono soprattutto a Bengasi, da sempre ostile a Gheddafi per ragioni legate alla complessa composizione clanica della popolazione libica e per la presenza di organizzazioni islamiste radicali. Un dottore ha dichiarato alla Bbc che più di 150 persone sono state portate in ospedale ieri, 22 sono morte.
In un appello inviato all’agenzia Reuters, un gruppo di religiosi e capi clan da tutta la Libia hanno chiesto a “tutti i musulmani” di “NON uccidere i loro fratelli e sorelli e di FERMARE il massacro ORA”.