“Le Asl danno i numeri e il governo scopre che c’è siringa e siringa…”. Questo il titolo dell’articolo che appare oggi sul Venerdì di Repubblica, inserto settimanale del quotidiano di Ezio Mauro. L’articolo racconta che «i prezzi di beni e servizi sanitari sono una giungla senza pari nel panorama italiano. Fatta di costi abissalmente diversi da Regione a Regione, da città a città, ma soprattutto da Asl ad Asl. Con oscillazioni che raggiungono il 1.100 per cento. La stessa siringa per insulina può infatti costare da 3 centesimi fino a 65». «Numeri e cifre in libertà – si legge – che per la prima volta emergono con chiarezza dalla ricognizione che sta compiendo l’Autorità di vigilanza dei contratti pubblici».
Non solo: «Contemporaneamente arrivano i primi risultati del tavolo di monitoraggio attivato dai ministeri di Salute e Economia e Regioni che parlano di un disavanzo di gestione di 2,19 miliardi nel 2011. Solo tre enti hanno raggiunto il saldo in attivo: Lombardia (22,1 milioni), Umbria (10,3 milioni) e Marche (1,5 milioni). Le performance peggiori sono state del Lazio (791 milioni di rosso), seguito da Campania (332 milioni), Calabria (155 milioni) e Molise (67 milioni), che non sono riuscite a coprire il buco nonostante l’utilizzo di addizionali Irpef e Irap».
In conclusione: quella sanità che ogni dì è definita sul quotidiano covo di faccendieri e sistema di ruberie, sul settimanale è promossa a modello per l’intero paese: «Verranno prese da questa classifica le tre Regioni che dal 2013 costituiranno il “faro” per i costi: la Lombardia per il nord, Toscana (nel caso in cui Umbia e Marche fossero considerate troppo piccole) per il centro e Basilicata per il sud».