Oggi su Avvenire vengono riassunte le richieste alla politica di varie associazioni e movimenti cattolici. Ecco alcuni dei virgolettati tratti dall’articolo firmato da Arturo Celletti e Marco Iasevoli.
BELLETTI (FORUM FAMIGLIE): «Obama ha considerato il fattore famiglia anche quando ha deciso di aumentare le tasse ai redditi superiori a 400mila dollari. Ha applicato un principio: chi ha più figli paga di meno. Ecco, il fattore-famiglia è un punto fermo nelle maggiori democrazia occidentali. Ma non in Italia». «Non si tratta di alleggerire qualcosa qua e là, si tratta di restituire giustizia alla famiglia e alle persone che ne fanno parte. E questa riforma fiscale è la precondizione per tutte le altre politiche familiari: una vera sussidiarietà che metta al centro l’auto-organizzazione dei nuclei e l’impresa sociale abbattendo i costi della politica e della burocrazia, i servizi alle persone, la libertà educativa, la conciliazione lavoro-famiglia, l’integrazione delle famiglie straniere. Purtroppo dobbiamo constatare che finora nessuna piattaforma programmatica mette a tema un fisco equo. Anche il piano nazionale per la famiglia del governo Monti ci ha deluso. È vero, ha spunti interessanti, è la prima volta che c’è un documento del genere… Ma l’assenza del fisco pesa. E noi saremo rigorosi: tutti quei principi dovranno tradursi in un crono-programma preciso e reso possibile da risorse certe».
SCHOLZ (CDO): «Il sostegno alla crescita economica e alla famiglia deve essere realizzato attraverso una riforma fiscale sostanziale». Attenzione al sistema scolastico «attraverso una crescente autonomia di tutti i centri educativi e il riconoscimento del docente come professionista», alla pubblica amministrazione «con una sensibile riduzione dei suoi costi e l’introduzione di un’efficacia al livello degli standard europei». E poi «occorre una netta distinzione tra partiti e istituzioni pubbliche in modo da eliminare i presupposti per qualsiasi tipo di clientelismo e corporativismo».
MARTINEZ (RNS): «Ripartire dal protagonismo dei nostri corpi intermedi protesi a difesa dello Stato sociale. Nel tempo della crisi hanno tenuto in piedi un pezzo di Paese che rischiava di naufragare drammaticamente. Sono realtà vive che vanno difese».
COSTALLI (MCL): «La vita, la famiglia, la libertà di educazione… Su questi saremo attenti, anzi intransigenti. Non lo chiediamo a Monti, lo chiediamo a tutti: sui valori non c’è trattativa, sui valori non faremo sconti a nessuno». Poi bisogna puntare «con coraggio» sulla sussidiarietà, sul non profit, sul pluralismo scolastico, sul ruolo della cooperazione. A scommettere sull’economia sociale di mercato che «va calata nella realtà italiana dove sono molto forti i corpi intermedi e dove il tessuto economico è fatto soprattutto di piccole e media imprese».