
Jack e Jill, Adam Sandler dà il colpo di grazia ad Al Pacino
Commedia degli equivoci volgare e sboccata che vive della performance di Adam Sandler, alle prese con un doppio ruolo la cui vis comica è però, come capitato anche in altri suoi film arrivati in Italia, condizionata pesantemente dal doppiaggio. L’inizio non è male con una serie di interviste a gemelli veri anche se improbabili che si motteggiano vicendevolmente. È una delle rare sequenze divertenti di un film debolissimo in cui il personaggio principale non è supportato né da una spalla efficace né da una sceneggiatura adeguata che vola bassissimo per strappare la risata: peti, dialoghi scatologici, battutacce sulle ascelle pezzate e sulla pipì a letto, sui mutandoni di flanella. Roba da rimpiangere i peggiori seguiti del mitico Fantozzi. Lo sconforto sale in maniera esponenziale quando entra in scena Al Pacino che, nei panni di se stesso, è corteggiato da Jack che lo vorrebbe in una demente pubblicità di un caffé e invece si prende misteriosamente una sbandata per la sorella Jill che ovviamente non ne vuole sapere.
Pacino, la cui carriera in terribile tracolloquella di un’altra star che da qualche anno sta interpretando solo film mediocri, Robert De Niro, è alle prese di certo con un ruolo non perfettamente costruito su di lui ma ci mette ahinoi del suo: vederlo scimmiottarsi nei suoi ruoli più celebri da Scarface a Il Padrino e Riccardo III è un brutto colpo per qualsiasi amante del buon cinema oltre a rappresentare il punto più basso della carriera di un grande attore che sta invecchiando malissimo. Il film scorre piatto, infarcito di personaggi inutili ai fini del racconto e poco comici (il barbone che vive nei boschi) mentre altri, potenzialmente più interessanti come Katie Holmes e in generale la famiglia di Sandler, rimangono misteriosamente in sordina. Una piccola scossa si avverte nella seconda parte quando il capofamiglia si prende una vacanza in crociera e la trama diventa più ingarbugliata e tocca anche punte paradossali come nella sequenza, solo in parte riuscita, di Jack che per far colpo su Pacino si traveste da Jill con ovvie conseguenze e scambi di persona. Ma anche qui il riso si smorza la terza volta che Jack perde le tette nel piatto. Poca roba, insomma, e certamente non il miglior Sandler e nemmeno il miglior film di Dennis Dugan che con Io vi dichiaro marito e ….marito e Un weekend da bamboccioni aveva saputo rendere Sandler, pur tra le solite volgarità, una figura divertente e meno stereotipata.
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