
Bildu: l’Eta si presenta alle elezioni nei Paesi Baschi sotto falso nome
Riusciranno i fiancheggiatori dell’Eta a partecipare alle elezioni autonomiche e locali del 22 maggio prossimo nei Paesi Baschi oppure cadranno sotto la mannaia del Tribunale Supremo che a partire dal 2003 ha più volte squalificato candidati sospetti di complicità politica coi terroristi?
Stavolta al centro della lotta contro il tempo è una coalizione che porta il nome Bildu, “riunire” in lingua basca. Secondo un’informativa di polizia i candidati indipendenti presenti nelle sue 258 liste «in realtà sono candidati di Batasuna, ogni volta che sono i responsabili di Batasuna coloro che li hanno scelti ed è stato con questi responsabili di Batasuna che essi (i dirigenti dei parti della coalizione Bildu – ndr) hanno negoziato e messo a punto la formula di tale integrazione».
Batasuna è lo storico partito fiancheggiatore dell’Eta, messo fuorilegge nel 2003 per aver finanziato con denaro pubblico la suddetta organizzazione terroristica. Dal 2002 una severa legge sui partiti sbarra la strada ai tentativi dell’Eta di mettere le mani su risorse pubbliche attraverso organizzazioni politiche paravento, ma non sempre i meccanismi hanno funzionato al 100 per cento, anche perché gli estremisti baschi si sono fatti di anno in anno più furbi.
Bildu, per esempio, riunisce due partiti autorizzati (Eusko Alkartasuna e Alternatiba) che nelle liste offrono grandi spazi a “indipendenti”. Questi risultano finora tutti “puliti”, non si sono cioè candidati in precedenti elezioni con Batasuna o altre organizzazioni che sono state dichiarate illegali dalla giustizia a norma della legge sui partiti del 2002, né sono stati dirigenti delle medesime. Condizioni che li renderebbero ineleggibili e che comporterebbero la squalifica automatica delle liste in cui si presentano. Però Eusko Alkartasuna e Alternatiba sono incappati in un incidente di percorso nel momento in cui si sono dichiarati disponibili a una coalizione con Sortu, altro partito-maschera di Batasuna la cui richiesta di registrazione è stata respinta il 23 marzo scorso.
Le forze dell’ordine hanno allora concentrato le loro attenzioni su Bildu, ed ecco che proprio oggi sui principali giornali spagnoli trapelano brani dell’informativa di polizia che servirà alla Procura generale e all’Avvocatura dello Stato per chiedere alla giustizia di impedire alle liste dei nazionalisti baschi di sinistra di partecipare alle prossime elezioni. In essa si legge che «le candidature di Bildu sono parzialmente integrate da persone che agiscono come rappresentanti di Batasuna, che è stata la promotrice della coalizione», e che «sono i responsabili di Batasuna che si sono incaricati di selezionare i controllori e i procuratori».
In passato i tribunali spagnoli hanno già messo fuori legge altre formazioni oltre a Batasuna, ma in alcuni casi solo dopo che erano riuscite a far eleggere propri rappresentanti negli enti regionali o locali baschi. È il caso del Partito comunista delle terre basche, che nel 2005 si presentò alle elezioni autonomiche e conquistò nove deputati: Batasuna fece circolare il suo appoggio alla lista solo 9 giorni prima del voto, e le autorità non ebbero il tempo tecnico per intervenire. Nel 2008 il partito fu messo fuori legge. Nel 2007 di nuovo Batasuna cercò di rientrare nei consigli comunali presentando alle elezioni municipali due liste: quella di Abertzale Sozialisten Batasuna (Asb) e quella di Accion Nacional Vasca (Anv). I tribunali annullarono tutte le liste di Asb ma solo la metà di quelle di Anv. Consiglieri e sindaci di quest’ultimo partito, illegale dal settembre 2008, reggono ancora molti comuni baschi.
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